Galassie
perdute
Aleggiando nel tuo
sonno, precipiti, tra le mie mani,
milioni di colori e col ritmo del cuore e del respiro li ricomponi
e rinasci come piccola e infinita galassia del mare.
Ora implodi in uno spasmo d'attesa e, poi, lenta rilasci i desideri e ti distendi,
mentre diffondi nei miei pensieri gli universi accesi.
Nella
tua pelle di luna, le vele dei miei ricordi,
ora liberi di andare, ci spingeranno verso
scogli affioranti su cui aggrapparsi o timide radure in cui
approdare..
E
dovessi scegliere un destino di pietra, per cementare questo
amore, cercherei il quarzo bianco di queste spiagge.
Questi bianchi sassi hanno dentro, anch'essi, una luce nascosta che si sprigiona, con l'odore
del fuoco della mia terra, quando li strofini con sapienti urti l'uno
con l'altro.
Sono labili fiamme di un attimo, che rientrano subito, pudiche,
dentro la loro diafana genesi molecolare.
Nella
struttura cristallina e vitrea potremmo restare
affascinati per tutto il tempo rubato al mondo e se dovessimo
avere un destino in comune, vorrei portarti
tra i prati e i deserti del mare, per cercare le stelle amiche.
Però,
potrei pure accettare l'idea di vivere chiusi dentro
i confini di un piccolo ciottolo bianco,
purché diventi la nostra astronave e, quindi, poter viaggiare soli e
lontani tra altre Galassie perdute e lì vivere
di baci e di carezze, senza lacrime e paure.
Intanto
dormi, Medea, tra le mie mani.
Io son sveglio e aspetto l'alba per vederti rinascere galassia del mare.
Cola
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