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Che colpa ho

Messina - Porto con Madonnina

Museo Regionale di MessinaChe colpa ho se il fuoco blasfemo di questa terra amara ha ormai incenerito il piedistallo di pomice su cui poggi e l’incrinatura della colonna che reggi si è conficcato nelle tue carni, straziandole fino a farle sanguinare,
se i vecchi mostri marini sono riemersi dai remoti meandri della mente in cui pensavi di averli relegati per sempre, come memoria di graffiti disegnati da preistoriche mani,
se il fondale marino in cui ci troviamo è lambito, in questo momento con inaspettato furore, dal turbine di insane correnti che ci paralizzano nella palude dei ricatti e dei doveri, strappati alla nostra vita da cuori sciacalli,
se il destino mi ha condannata Medea, furente e dolente creatura, rapita e abbandonata nell’infelice mare dei viandanti di vita tenebrosa,
se il candido riflesso lunare, in queste notti matrigne, è offuscato dalla densa e fredda nebbia novembrina, risalita dagli angoli gelidi del cuore dove nessuna carezza materna, immersa nell’oblio dell’esistenza, è riuscita ad arrivare in tempo,
se la dolcezza della donna che è in me ora non riesce a guarire le piaghe che sono state aperte nelle tue palme dalle delusioni di incontri svaniti, dalle illusioni smorzate da calcolati imprevisti, dai desideri accesi da certezze evanescenti,
se le mia anima disperata, a cui ti sei aggrappato, non ha la forza di reggere anche la tua disperazione.

Che colpa ho se ho bisogno dei venti di scirocco.

Mio dolce giaciglio,
mio tenero rifugio,
mio amorevole riparo.

 

Medea

 

   

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