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In
questo mare profondo, in questo mare salato, in questo mare di
solitudine, ti ho trovato, colonna mia, reperto antico e abbandonato,
testimone dei miei e tuoi tormenti, prigioniera dell’indifferenza
delle vergini costellazioni, attratte dal colore ingannevole di
pianeti immacolati, orbitanti nell’infinito molecolare della
pochezza dell’umanità. E io, Medusa, precipitata in queste profondità buie e fredde, persa nelle tue mani, disperatamente alla ricerca di un passato da ricordare, incapace di liberarmi dai tentacoli urticanti di promesse fatte alla vita terrena, io insieme a te per riscoprire il profumo del fuoco.
Dove
sei terra bruciata, dove sei magma incandescente?
Si
intrecciano i nostri desideri, mio tenero rifugio, in barriere più
dure del corallo, fioriscono le nostre speranze come ninfee,
raggiungono la superficie marina e aprono i petali alla sfida della
calura solare. Uniti nella ricerca di un delicato contatto dei nostri corpi, diradato da una natura a noi non più amica. Io e tu in questo mare profondo, in questo mare salato, in questo mare d’amore.
Medusa
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