www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta


In questo mare..

In questo mare profondo, in questo mare salato, in questo mare di solitudine, ti ho trovato, colonna mia, reperto antico e abbandonato, testimone dei miei e tuoi tormenti, prigioniera dell’indifferenza delle vergini costellazioni, attratte dal colore ingannevole di pianeti immacolati, orbitanti nell’infinito molecolare della pochezza dell’umanità.
Scorgo ora le tue sembianze umane, non più confuse dal flutto di ombre pudiche, che come leggeri veli frondosi, sfiorano ancora le tue membra affaticate in un estremo, avvolgente tentativo di consolazione.
Un raggio lunare, più generoso di luce ti sta vestendo, ti abbandoni in esso come fosse il seno materno, il tuo volto è inclinato alle carezze e a labbra bagnate da lontani e amorevoli ricordi, risorti da qualche vecchio, commovente fotogramma.
Straziante è la desolazione scolpita nel tuo sguardo, la spaccatura della colonna che reggi sulle spalle ha attraversato la tua anima e non sei più altra cosa, non hai più altro destino, mai più potrai ammirare cieli lontani, privi del denso filtro delle onde marine.

E io, Medusa, precipitata in queste profondità buie e fredde, persa nelle tue mani, disperatamente alla ricerca di un passato da ricordare, incapace di liberarmi dai tentacoli urticanti di promesse fatte alla vita terrena, io insieme a te per riscoprire il profumo del fuoco.

Dove sei terra bruciata, dove sei magma incandescente?
Irrompi dalle viscere di ere glaciali prive di poesia.
Travolgici, liberaci da questa maledizione, trasformaci in un prato di luce, ci poseremo su questo fondale dimenticato e giocheremo con il tremante canto del riflesso lunare.

Si intrecciano i nostri desideri, mio tenero rifugio, in barriere più dure del corallo, fioriscono le nostre speranze come ninfee, raggiungono la superficie marina e aprono i petali alla sfida della calura solare.
Tu sostegno di vite ingrate, io scopo di felicità altrui, insieme per dare un estremo senso a questo buio eterno che ci avvolge e ci penetra nell’anima.

Uniti nella ricerca di un delicato contatto dei nostri corpi, diradato da una natura a noi non più amica.

Io e tu in questo mare profondo, in questo mare salato, in questo mare d’amore.

 

Medusa

Capo Peloro

   

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