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da MIloalgarve
“Cola!"
Mastro Cirase chiamava da più di un’ora.
Ma Cola Pisci era ancora di sotto. Forse troppo indaffarato.
“Mastro Cirase! Che chiamate a fare? Tanto non vi può sentire!”
“Taci Nescireddu, che ne sai tu! Ci sei mai stato laggiù? Che parli
a fare, per Zeus! Zitto!”
(pausa)
“Coola!”
(silenzio)
“Forse questa volta è affogato.” azzardò Nescireddu.
Mastro Cirase si girò lentamente a guardarlo.
“Ah, piccolo mascalzone! Te lo faccio vedere io se è morto! Puah!
Cola Pisci non si deve neanche azzardare a morire! Ora ti prendo!”
“Mastro Cirase, Mastro Cirase! Aiuto! Mastro Cirase, Mastro Cirase!” e
scappava come il fulmine.
In quel momento ci fu un’altra scossa tellurica. Poderosa. Nescireddu
cadde e Mastro Cirase gli fu subito sopra.
Mastro Cirase rimase ginocchioni,
immobile, con il bastone sollevato, la mano stretta sul collo di
Nescireddu, la bocca socchiusa e gli occhi sgranati dal terrore.
“Sì, Mastro Cirase. Pietà, Mastro Cirase!”
“Stolto! Non capisci? Si sta sgretolando...”
(Pausa. E intanto continuava a tener stretto Nescireddu per il
collo.)
Mastro Cirase lasciò lentamente la presa e si rimise dritto
all’impiedi.
“Il pilastro, Mastro Cirase?...” chiese rispettosamente Nescireddu,
rimettendosi in piedi e riparando sveltamente a distanza di sicurezza.
Il vecchio si girò con un guizzo e cominciò ad arrancare spedito verso la
battigia.
“Mastro Cirase, non sapete nuotare...
Che fate?” domandò timidamente Nescireddu.
Per tutta risposta Mastro Cirase, fece un gran respiro, infilò la faccia
nell’acqua quel tanto che i capelli lunghi e arruffati rimasero ben asciutti, e
si mise a fare bolle e gorgoglii.
“Mastro Cirase?...” (lo speranzoso Nescireddu)
Mastro Cirase riuscì ad arrancare faticosamente a riva, e si lasciò
cadere sulla sabbia, continuando a tossire.
“Mastro Cirase!”
(Nescireddu
deluso, a debita distanza)
“Ho
bevuto il mare.”
tuonò
“Ho bevuto tutto il mare, ma per
gli Dèi, io lo ho chiamato. Ora quando arriva, prima lo scortico vivo, e poi gli
dico cosa deve fare!”
E così fu che Cola Pisci emerse dal mare, e Mastro Cirase gli disse che
la Trinacria stava scomparendo sotto i flutti perché il pilastro di Grecale si
stava sgretolando. E che lui, Cola Pisci, il grande nuotatore, doveva tornare
giù negli abissi, questa volta per sempre, per sorreggere il pilastro incrinato
della Trinacria. Per tutta l’eternità.
Diede l’ultimo sguardo d’amore alla sua terra. Questa è la vera storia di Cola Pisci.
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