Canto di Colapesce
La Venere nera a Lampedusa, all'Isola dei Conigli
Colapesce - Illustrazione di Carlotta Parisi
Ultimo lembo
dell’Africa
Vicino le
isole Pelagie
Tra le coste
tunisine e siciliane
Dove si tuffa
l’Europa
Al 35°
parallelo della terra
Nel blu
profondo del mare
Una pancia,
una rete lunga
Scialle di
donna a maglia nera
Impiglia
corpi, scarpe, bottiglie di plastica
Tessere,
bambole dai capelli lunghi, pettini.
Al largo
dell’isola di Lampedusa
Bocche mute,
mani intrecciate in cerca
Disperata di
aiuto e di soccorso.
Con l’angoscia
di braccia alzate e protese
Verso l’alto
affiora una scritta nera in arabo
Ondeggiante “Allah è grande”, grande è il Mediterraneo
In lontananza
un barcone pieno di sagome brulicanti.
Come
sardine pressate in scatole di latta
Ventun
giorni e ventun notti di desolazione
Sotto
l’occhio e la mezza luna della Dea Madre
Yemaya i
cui figli sono i pesci e gli oceani
Abbiamo
attraversato l’isola dei Ciclopi
Abbiamo
bevuto l’urina e l’acqua del mare.
Timnit T.
dorme sotto i corpi sepolta viva.
Che ne sarà di
noi, della nostra integrità?
Che ne sarà
delle nostre sicurezze?
Che ne sarà di
quello che crediamo sicuro?
Che ne sarà di
noi di quello che crediamo vero?
Quando ciò
sfuma in un volto di donna africana
Che allatta il
suo piccolo con i capezzoli rosa
Spumeggianti
di latte bianco, bimbo frutto
Di violenze
negli accampamenti dei profughi.
Ho avuto paura
dello sguardo della tua fierezza
Ho provato
l’indecenza della mia tossicità
Ho vomitato la
sporcizia del consumismo
Mi sono
vergognato della sicurezza del mio egoismo
Nell’espressione della tua bellezza, Venere nera
Nella tua
bocca dai denti d’avorio dove un tuo grazzia
Ha sciolto i
miei dubbi, le mie incertezze
Nella cifra
delle tue labbra rosse vermiglio
Dove si
incontrano culture, speranze, attese
Di un futuro
diverso e forse migliore.
Alla spiaggia
dei Conigli dove s’accoppiano la tartaruga
Caretta
caretta e la lucertola Psammodromus Algirus
Fino a
risalire alle falesie a picco sul mare dove
Nidificano il
Falco della regina, il Falco pellegrino
Il raro
Marangone dal ciuffo e il Gabbiano reale
Un uomo e una
donna camminano mano nella mano
In una
moltitudine di coriandoli di pesci pappagallo
E pesci
balestra, aragoste, cernie, dentici, saraghi
Orate,
sgombri, spugne e rose di mare pregiate
Nel turchese
che si arena in una spiaggia di sabbia fina
Le emozioni
prendono corpo ed i corpi trasfigurano emozioni.
Con le mie
dita di squame ho raccolto il tuo cuore
E l’ho stretto
a quello mio.
Con le mie
pinne ho trasportato la tua vita nella mia.
Ora puoi
viaggiare insieme a Colapesce.
Tutto il
resto mi galleggia attorno.
In mondo
inutile, vacuo ed assurdo.
Le
surrealisme c’est moi!
Evelina Maffey
Vertigo
www.colapisci.it
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