Non percepisco
l'abbraccio stritolante del tempo.
Non mi affanno
nel volgere veloce dei calendari.
L'avvicendarsi delle stagioni
mi torniscono,
mi danno rotondità azzurre,
mi avvolgono l'anima di desideri nuovi.
Come scialle tarlato mi getto alle spalle
le vicende dolorose,
e gerle da affastellare di vita
attendono di essere colmate.
Le delusioni mi forgiano
rendendo lucentezza alla ruggine dei giorni,
e la polvere di ore da rimuovere sul viso
è il mio assillo incessante.
Con carezze di sorrisi
distendo le rughe insidiose
che dell'anima vorrebbero
ghermire la bellezza.
Ho fatto mio
il pianto delle allodole azzoppate
ed ho potere di trasformarlo
in sinfonie inedite e suadenti.
Fenice innamorata
mi avviluppo al destino
in cerca di ulteriori primavere,
e dal sogno mai sopito
nuove planimetrie mi si schiudono
nell'attesa di cieli da solcare.
Sono sbiancate a migliaia le lune,
ed ho sfidato secoli di oblio
ma ho imparato a rinascere
dalle mie ceneri,
allattandomi di Musica e Poesia.