I miei pensieri
latrano, come il primo scirocco che giunge a novembre sullo Stretto, tra
fulmini, sussulti di mare e spiaggia scossa dalle onde fin sotto le
case.
Cerco parole per ridarti le emozioni che si sono
scatenate nel mio cuore, ma fuggo da te, seminando sventure, con un pianto inascoltato e
un lamento dissennato...
Me ne scendo giù nel mare, mentre il sole muore alle spalle dei
Peloritani, e il mio respiro cupo rompe, di schianto e
tra mille bolle, il silenzio eterno tra Scilla e Cariddi.
Mi accompagna la tua voglia repressa di aprirti e il tuo intimo dolore che
osa colmare, con la tristezza degli occhi e con la voglia di baciarmi
per l'ultima volta, questo vuoto profondo più degli abissi che vado a
cercare e che cresce nell'anima mia.
Nella discesa verso il baratro
della mia esistenza mi accompagna la fragranza della zagara, che si
diffonde nella notte su terra e mare e che mi inebria fino al cedimento
dei sensi in compagnia di un calore
oscuro.
E' nella scissura fra il tempo da vivere e il mio abbandono che forse
ritroverò il senso da dare a questa emulsione di sentimenti, di passioni, di notti solitarie, di voglia di vedere e di toccare, di
desiderio di te e del dolore che ci accomuna.