Non so.
Mi sento un impaccio
nello stomaco,
un rigurgito insoluto.
Ho afa dentro,
una sorta di vischiosa irrequietezza
che si ostina a dare calura
al tempo che blocca lo scatto.
Ho virgole appesantite,
spazi sospesi non colmati.
Troppo poco grecale per ingoiare
un po' di musica di vento.
Devo fare valigie
per incontrare nuove parole
e nuove rivoluzioni.
Pungolare l'indolente
apatia della giornata.
Appoggiarmi al muro del rifiuto
per fare breccia al sogno.
Violare la cadenza oscillante
della banalità
e riprendere il mio volo.