www.colapisci.itL'uomo che diventa pesce per necessità o per sceltaCola e Sirena

 

Nevica

Evento straordinario.
Rarissima visione.
Nevica,
sono briciole di un pane di nuvole, bianchissime,
di panna, dove affonderesti le tue labbra di bambino.

Nevica gocce di sangue di cielo,
sangue niveo sgorgato dal petto
di un gabbiano ferito da una fiocina d'argento.

Neve, soffio e immagine,
neve, goccia di miele innevato, intatto, cocente.
Fiocchi densi cadono, camminano,
carezzano il tuo corpo di terra rappresa da letargo invernale,
plasma insapore di angeli,
visione, passaggio,  ritorno, girotondo, mulinello, danza.

Algido valzer non danzato.
Organismo di liquide scaglie.
Orgasmo respinto,
morbida organza di gemme precluse.
Orologio di zucchero e sale che ingabbiò i sogni refrattari.

Petali di luna sbocciati
sul ramo spezzato del mandorlo in fiore,
su infiorescenze di zagare precoci,
sui gerani filiformi, nelle corsie degli ospedali.

Amore assoluto, dolore non-unico
compagno di silenzi errabondi.
di mondi consueti, eppure inesplorati,
di abisso profondo che ti ha divorato.

Neve, fiore di stella bambina,
intangibile solitudine, scelta, necessità, coazione.
Lunghe braccia per amori invisibili,
giocattolo di raro cristallo.

Nevica sul mattino, sul giorno,
sul crepuscolo, sulla sera,
sull'orsa maggiore, sulla baia degli dei,
sulle barchette di luna, sul campo di grano dormiente.

Nevica su stormi affamati di pane d'ulivi,
sull'Eden perduto,
groviglio di luce sfuggita da fragile rete a trama larga.

Nevica sull'antica amicizia,
sulla comune poesia,
su ogni cosa vivente,
cortile, scale, attico, ballatoio,
e poi ancora ballatoio, attico, scale, cortile,
sul caro gelsomino
che promette petali "altri" d'inebrianti profumi:
d'infanzia, di mamme, di racconti eterni.

Nevicano petali di luna,
cristalli/mutazioni di lacrime.
Dolore di fosforo sulla terra di ferro,
sulle alghe amare dello Jonico Mare.
Sulle colline artificiali delle tue nevrosi.
Sul Parco di Marika dalle erbe sempreverdi

Nevica sulla tua anima di argilla e poesia,
nevica dolore di porpora antica,
nevica sul soffio e l'immagine dell'anima tua,
ferita, tramortita da un sogno che fu anche utopia.

Nevica sui fiori vermigli del sabato sera,
nevica sugli arenili dimenticati,
sul faro dormiente sull’inesatta equazione,
sul gufo della notte, sulla foglia accartocciata,
sul carteggio di anime impregnato di fumo.
Sui racconti delle veglie,
sulle sere dei termosifoni spenti,
Sui silenzi di quarzo e sudari di illusioni

Nevica sull’anima imperlata da gelidi rifiuti,
schiaffi, graffi, carezze gelate di critici invidiosi.
Indifferenze, dimenticanze, coriandoli di bugie stratificate.
Ambrosia distillata la parola poetica
che altri scrivani analizzavano al vetrino/vetriolo.

Musica di flauto traverso, incenso
melodioso per divinità soppresse dai calendari.
Medea addormentata, poesia dalla chioma fluente .
luna d’ovatta di silenzi ovattati,
ingannevoli quarti,
microcosmici embrioni di sogni bambini.

Neve di rovi ingemmati di brina di luce,
verso parallelo al filo di rasoio
sangue azzurro di dioscuri jonici lembi di anime,
involucro di stelle precipitate da liquido cielo.
Gorgonie trapiantate sulle colline del pianto,
strappate alle braccia materne del mare.

Nevica sulla prima sirenetta addormentata.
Nevica sul mare che luccica lucciole d’oro,
nevica sull’ultimo volo dell’ultimo gabbiano,
sulle nasse immemori di pesche miracolose,
sui banconi delle farmacie,
avari di elisir miracolosi,
nevica sui portoni sempre chiusi,
sulle porte serrate agli innamorati respinti,
sulle lotte ingaggiate dai perdenti,
sugli origàmi mai dispiegati.
Sugli aquiloni abbattuti dalle tramontane.

Nevica sui gatti acciambellati,
sui simulacri degli eroi dimenticati,
sulle foto dei figli soldati,
sullo sguardo chi non rivelò l’amore all’amato.
Nevica sulle parole amare che graffiano il cuore.
Sui silenzi mancati macigni di rimpianto

Nevica sul mio corpo rinato a nuova primavera,
sulle acacie fiorite anzitempo,
sugli scontrini dei bar dove annegasti di alcool e fumo
sull’inutile viale della rimembranza,
sul limbo della dimenticanza,
sugli ombrelli smarriti,
sugli angeli di marmo genuflessi sulle tombe dei bambini.
sul tempo e lo spazio,
sull’essere e l’apparire,
sul soffio e l’immagine dell’anima tua
sul verde tappeto della tua poesia.
Neve di pianto sull’anima mia.
 

Annysea

   

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