Il Mito d'Ulisse


Capo Tindari

Con la sua immensità, con i suoi misteri e la sua pericolosità, il mare é stato la prima espressione emblematica dell’avventura, della curiosità e dell’eroismo dell’uomo.
Il mito che si fa risalire ai primordi del mondo, quello di Prometeo incatenato – che Eschilo ci ha tramandato nella sua tragedia – introduce già la presenza essenziale delle divinità marine. 
Sono le Ninfe Oceanine, figlie di Oceano e Teti, infatti, ad accorrere per prime allo spettacolo, nel contempo drammatico e pietoso, e a cercar di confortare colui che aveva osato sottrarre il fuoco agli dei.
Colui, insomma, che "aveva sfidato la natura", l’eroe capostipite, colui che indicherà il cammino a coloro che affronteranno e vinceranno poi altre forze ancor più tremende del fuoco; quelle del mare, appunto.
Fra tutti, un eroe è simbolo quasi assoluto della sfida umana più coraggiosa al mare; la sfida alla sua forza, alle sue insidie, ai suoi dei e ai suoi demoni. 
Quell’eroe é l’Ulisse
omerico.

Uccio

Ulisse é stato da secoli assunto a simbolo del perpetuo peregrinare umano in cerca di una patria che, abbandonata da anni, é sempre a portata di mano, ma non viene raggiunta che alla fine. Nella vicenda dell’eroe Ulisse, l’uomo e il mare sono davvero protagonisti assoluti.
Ulisse personifica l’uomo che riafferma la propria fiducia nel valore e nel potere dell’intelligenza.
Il mare é assieme nemico e vita, e non ci sono limiti, nemmeno le leggendarie Colonne d’Ercole, nel combattere e nel sopravvivere. Ancora una volta il mito dell’immortalità si trova a essere collegato con il mare.
All’eroe della mitologia classica, confinato ormai nella polvere degli studi scolastici, fa da contrappunto l’eroe popolare, l’eroe delle favole raccontate con semplicità, nate da un autore ignoto.
Ogni mare, ogni spiaggia, ogni villaggio ne ha uno. Sulle rive cariche di magia della Sicilia, l’eroe più amato è certo Cola Pesce.

Riassunto da un racconto di
Paola De Sanctis

   
 

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