Nettuno
museo Regionale di Messina - Fontana di
Nettuno del Montorsoli
Kronos e Rhea ebbero tre figli, Zeus,
Poseidone e Ade, i quali, dopo
che il padre ebbe terminato di regnare, si divisero il dominio del Cosmo: a Zeus il cielo,
a Poseidone il
mare, a Ade la terra e gli inferi.
Poseidone, o
Nettuno, è raffigurato sempre in compagnia di delfini,
ninfe, tritoni; è divinità piuttosto complessa al centro di una vasta e ricchissima
mitologia.
Da
lui - che non disdegnava le dee ma neppure i comuni mortali - nasce una miriade di
divinità minori e di semidivinità, uomini eccezionali legati in qualche modo alla natura
e alle vicende del mare. Dalla moglie, Anfitrite, ebbe come figli il dio marino
Tritone.
Anfitrite
ha una sua rocambolesca vicenda damore; figlia di Nereo, fu scorta
dallintraprendente Dio del mare mentre stava danzando con le sorelle nellisola
di Nasso: Poseidone la desiderò, subito la rapì e la costrinse, suo malgrado, al
matrimonio.
Poco entusiasta del consorte, Anfitrite fuggì nascondendosi presso Atlante, ma
uno scaltro delfino la scoprì riportandola allo sposo.
Visse, cosi, con lui, attorniata
da pesci, tritoni, conchiglie, granchi, sin quando il Dio dei flutti non labbandonò
per unirsi a Gea, da cui ebbe in figlio il gigante Anteo, che regnò sulla costa atlantica
del Marocco.
Fontana di Nettuno -
Messina
Dopo
questi due "grandi amori" Poseidone ebbe figlie femmine da cui nacquero numerosi
figli, per ciascuno dei quali è tramandata una leggenda.
Si dice che, per compiacere una
fanciulla assetata, egli fece scaturire con un colpo del suo tridente lacqua dalle
rocce di Lerna; e trasformò una nipote di Perseo in una delle Echinadi, isolette che
stanno di fronte alle coste dell'Arcadia.
Nella
mitologia romana Nettuno originariamente dio delle fonti, dei
fiumi e dei laghi venne identificato con Poseidone circa quattro secoli a.C.; da
quel tempo egli venne posto in relazione con il mare, di cui divenne signore e protettore,
ripetendo analogicamente la mitologia ellenica.
Più
antica di quella romana sembra essere, invece, la venerazione che verso lui nutrivano gli
Etruschi, popolo di navigatori più del romano; anchessi lo raffigurano armato di
tridente, considerandolo inoltre come il progenitore della famiglia regnante di Veio e
come protettore di Vetulonia.
Crudeli, ammaliatrici
divinità minori
Quasi tutte le divinità minori del mare, in Grecia
e a Roma, discendono da Nettuno o a lui sono in qualche modo legate.
Tritoni
inginocchiati - Fontana di Orione del Montorsoli - Messina
Tra i figli un posto
particolare occupava Tritone, metà uomo e metà delfino, che viaggiava sulle onde su un
carro tirato da cavalli, soffiando ora forte ora piano entro una conchiglia marina, per
agitare o placare le onde.
I tritoni erano i compagni delle Nereidi, cioè le figlie
acquatiche di Nereo. Questi, detto il vecchio del mare, aveva il dono della
profezia e la capacità di assumere, a suo piacimento, qualunque forma.
Nettuno e Anfitrite - Ercolano
Tra le figlie di Nereo, oltre ad
Anfitrite, famosa e bellissima fu Tetide, che
Poseidone non mancò di corteggiare, incontrando come avversario addirittura Zeus; ma
Tetide preferì sposare un mortale, il re Peleo, e dalla loro unione nacque Achille, il
più bello e il più forte degli eroi greci, ma, con grande pena della divina madre, non
immortale.
Non
erano invece figlie di Nereo e neppure di Poseidone, le
Sirene, probabilmente in origine
divinità sepolcrali che Omero associò al mare, dando loro un canto soave e
irresistibile: bellissime divinità hanno la parte inferiore del corpo squamosa, a
coda di pesce. La loro genealogia varia secondo le fonti, ma tutte sono concordi nel
presentarle seducenti e crudeli, ammaliatrici di marinai.
Fra le divinità corteggiate da Poseidone figura anche
Scilla, bellissima dea che
suscitò la gelosia di Anfitrite, dalla quale fu trasformata in orribile mostro. Zeus, dal
canto suo, dovendosi vendicare di Cariddi, altra dea marina, la pietrificò nel profondo
delle acque; laggiù, per la sua insaziabile voracità, Cariddi formava tre volte al
giorno un forte risucchio che metteva in difficoltà i naviganti.
Scilla e Cariddi furono
più tardi accomunate in ununica leggenda, nata allincirca nel V secolo
a.C., che afferma essere le acque dello Stretto di Messina la loro dimora. In quei luoghi
una di fronte allaltra esse moltiplicarono la loro nefasta attività:
costrette a essere malvagie e ad abitare per sempre in fondo al mare, le due dee persero
le caratteristiche della divinità, assumendo piuttosto quelle dei mostri o delle perfide
insidie marine.
Scilla e
Cariddi - Fontana di Nettuno del Montorsoli - Messina
Nel Mediterraneo
Afrodite, universalmente nota come la dea dellamore, è legata alla mitologia
marina. Gli antichi interpretavano il nome di Afrodite come "nata dalla spuma": certo il suo culto seguì una "via marittima" e le tappe sono indicate
dai templi che le furono dedicati a Cipro e nellisola di Citera dove, secondo una
leggenda, la dea sarebbe approdata uscendo da una conchiglia.
Venere di Milo
Fra i dei minori vi sono i figli di Zeus nati dalluovo partorito da Leda, i
Dioscuri, che dai Romani furono chiamati
Castore e Polluce: divennero protettori dei
naviganti ai quali si mostravano nella costellazione dei Gemelli.
Ai
Dioscuri (come alla maggior parte di queste divinità greco-romane, nate dal lontano ceppo
culturale degli arii) corrispondono, con sorprendente analogia, due gemelli
indiani, gli Asvini ("signori dei cavalli").
Figli di ununica lontana
mitologia gli dei gemelli mediterranei e i due dei indiani sono salvatori dei naufraghi,
eternamente giovani e belli.