La prima versione del mito di Andromeda è del quinto secolo avanti Cristo e nasce
nel Mediterraneo.
Per unoffesa fatta dalla regina
Cassiopea alle Nereidi,
Poseidone,
sdegnato, mandò sulle spiagge del regno di Cassiopea un orribile mostro, che se ne
sarebbe andato solo dopo il sacrificio della figlia della regina, Andromeda.
Così immagina Luciano di Samosata, a proposito dAndromeda, nel dialogo fra le Nereidi e
un Tritone.
Tritone: "... quel mostro marino, o Nereidi, che voi mandate
contro Andromeda, non solo non ha fatto male alcuno alla fanciulla, come credevate, ma è
morto lui stesso...".
Una Nereide: "...per mano di chi, Tritone? Forse un guerriero,
esposta la fanciulla per esca, appostatosi in agguato con un buon manipolo dei suoi, gli
si avventò addosso e lo uccise?...".
Tritone: "...No! Ricordate, quel Perseo che, gettato dal nonno in mare dentro una cassa,
insieme con la madre, mosse voi tanto a compassione che lo portaste in salvo?...".
Una Nereide: "... So di chi parli; a questora, si sarà fatto un giovane
robusto e di bellaspetto...".
Tritone: "... E' proprio costui che ha ucciso il mostro; vide Andromeda legata su di uno
scoglio sporgente, bellissima, le chiome sciolte, mezzo nuda; e dapprima, compiangendo la
sua sorte, le domandò la ragione di quel supplizio: poi, poco a poco, preso damore
era destino che la fanciulla fosse salvata pensò di soccorrerla; e, quando
il mostro spaventoso si avvicinò per divorarla, il giovinetto, impugnata la ricurva
spada, con una mano calava colpi, con laltra mostrandogli la Gorgone lo convertiva
in pietra; il mostro morì. Perseo allora, sciolta la fanciulla dai lacci, porgendole una
mano la sostenne, mentre ella scendeva dallo scoglio, molto sdrucciolevole, reggendosi
sulla punta dei piedi. Ora Perseo la sposerà e la porterà con se ad Argo"
Lo scoglio su cui la fanciulla era stata
incatenata si volle situare vicino a Giaffa e un monaco del XV secolo, Felice Fabri,
raccontò che le ossa di Andromeda vennero spedite a Roma dallimperatore Tito ed
esposte in una piazza per la meraviglia di tutti; ma San Silvestro e gli altri, che
consacrarono Roma al cristianesimo, le frantumarono e le dispersero per impedire lo
scandalo dei pellegrini.
La favola medievale viene ripresa dal racconto di John Mandeville, un fantasioso scrittore di
viaggi del XIV secolo, che cosi riferisce:
"Dovete sapere che Giaffa e una delle più antiche città del mondo
perché fu fondata prima del diluvio di Noè:e si può ancora vedere il posto dove furono
assicurate le catene con le quali Andromeda fu legata e posta in prigione".
Nella mitologia persiana la vicenda é adattata ai costumi e alla natura: il mostro é un drago
e la fanciulla un intero harem, ma ciò che il drago custodisce più gelosamente è
l'acqua duna sorgente che sgorga dalle rocce ove le bellissime vergini sono
incatenate.
Un eroe divino, Thraetona, sconfigge il mostro, libera le fanciulle e le acque.
Cade allora la pioggia fecondatrice della terra, mentre il giovane eroe
liberatore celebra i giochi sacri con le donne che ha salvato: il mito è
connesso con la fine della siccità.
Sembra ripetere lantico mito di Perseo e Andromeda anche la leggenda di
San Giorgio che combatte un drago a forma di serpente, uscito dal mare, per liberare la
figlia di un re, uno dei motivi dominanti delliconografia medievale cristiana,
specialmente bizantina.