Che se ci pensi, strizzi le palpebre del cuore e
trovi il tuo spazio d’amore straziante.
Lo sbirci in un foglietto
ingiallito, in chiazze di parole al sapore di inchiostro
invecchiato, buone come un sorso di vino bevuto d’un fiato, anche se
non ti piace.
Carta e ricordi, arrotolati come pergamena fatta di
pelle abbronzata, su un treno che corre tra mare e montagne di sale.
E se ci pensi, non hanno avuto senso le promesse, ma hanno senso gli
accumuli di gesti.