Giungendo a Messina, sono rimasto particolarmente colpito dallo stupendo scenario nel quale è incastonata la città, distesa tra le falde dei monti Peloritani,
degradanti verso la costa, e lambita dal mare, che rinvia al ricordo di miti suggestivi e di antiche leggende, tanto vivi nelle credenze del mondo
classico e diventati in seguito patrimonio del linguaggio e della letteratura mondiale.
Ma, sorvolando lo Stretto, il ricordo è andato soprattutto ai
primi apostoli del Vangelo – a Paolo, in particolare (cf. At 28, 13), che hanno solcato queste acque, prima di arrivare sulle sponde italiche,
mentre eran diretti a testimoniare il Cristo ed a portarne l'insegnamento a Roma, nel cuore stesso
dell'Impero.
Ho anche pensato all'innumerevole schiera di persone – intraprendenti navigatori o semplici turisti –, che di qui son passati, utilizzando una
naturale e vantaggiosa rotta per raggiungere approdi di commercio, di studio o di svago.