Percorrendo la zona falcata (via S. Raineri) si giunge ai possenti ruderi della Cittadella.
Costruita intorno al 1680, anche se i lavori continuarono nella prima parte del
'700, questa fortezza fu la più imponente del Mediterraneo. Sorta pochi anni
dopo la rivoluzione antispagnola (1674-78) ricoprì da subito il doppio
ruolo di difesa e controllo dello Stretto ma anche quello di costituire un freno
alle velleità dei Messinesi. Usata inoltre come carcere al suo interno vi furono
imprigionati molti Messinesi ma anche i Napoletani che si erano ribellati nel
1799. Nel 1798 vi fu imprigionato per qualche tempo il geologo francese Dolomieu.
Fu progettata dal fiammingo Carlo Grunenberg,
uno dei migliori architetti militari del tempo, molto attivo nell'Isola. Negli
stessi anni infatti lavora a Trapani, Augusta e Siracusa dove
progetta e realizza la separazione di Ortigia dalla terra ferma. Con la Cittadella attua
un imponente progetto; una fortezza pentagonale circondata da fossati scavati
nel mare (in ciò l'esperienza maturata in Olanda dovette essergli di grande
aiuto), collegata alla terra ferma mediante ponti mobili difesi da possenti
baluardi dietro i quali giganteschi muri, bastioni e numerosissimi cannoni,
rendevano la fortezza imprendibile. Per la sua costruzione fu distrutto un
intero quartiere popolato da 8000 persone, il convento dei Benedettini e
numerose chiese.
Nella sua secolare storia la Cittadella si arrese nel 1718 agli
spagnoli del generale Spinola l'anno dopo agli Austriaci guidati dal generale Conte di Mercy e
nel 1735 ai Borboni di Carlo III.
Durante i moti del 1848 i Messinesi riuscirono ad occupare i forti Gonzaga, Castellaccio, Matagrifone e Real
Basso da cui presero a bombardare la Cittadella dove si erano asserragliate
le truppe borboniche. La possente fortezza però assolse bene al suo compito, i
patrioti infatti non riuscirono ad espugnarla, anzi Messina fu pesantemente
bombardata per otto lunghi mesi finchè nel settembre dello stesso anno, lo
sbarco del generale Filangieri con le sue truppe fece fallire definitivamente i propositi dei Messinesi. La fortezza fu
comunque assai più danneggiata dai bombardamenti dell'esercito piemontese
durante l'assedio del 1860-61 eseguito con moderni e più distruttivi cannoni.
Un portale
prima del 1908
Il 13 marzo 1861 la Cittadella si arrendeva alle truppe sabaude del generale Cialdini.
Subito Messina, a ricordo dei fatti del '48 e degli ultimi avvenimenti chiese la
demolizione della fortezza ma il nuovo governo pensò bene di sfruttare a scopi
militari la possente struttura realizzando notevoli lavori di restauro. Dopo il
terremoto del 1908 l'enorme fortezza fu usata come deposito per i beni
recuperati, avendo resistito egregiamente al terribile disastro. Negli anni '20,
in seguito all'apertura della nuova strada, vengono demoliti i moli di Norimberga (corruzione
del nome Grunemberg poi Nuremberg), S. Francesco e S. Carlo; dopo
circa un decennio viene spianata la zona rivolta verso la città per far posto
alla Stazione Ferroviaria e Marittima dell'architetto Angelo
Mazzoni.
I bombardamenti della II guerra mondiale provocano altri danni alla
Cittadella occupata dai militari. Da allora la zona falcata si è andata
industrializzando con la nascita di cantieri navali e il conseguente abbandono
della struttura che conserva pressochè intatti tre dei cinque bracci (quelli
rivolti verso lo Stretto), oltre a gran parte delle gallerie di collegamento e
pregevoli pezzi di interesse artistico. L'immensa e splendida area meriterebbe
di essere restaurata e restituita alla città
Porta Grazia
Sul finire degli anni '50 l'allargamento del cantiere navale Cassaro porta
alla demolizione della Porta Grazia (sic!), monumentale e artistico accesso alla
Cittadella. La porta fu rimontata in cima alla gradinata di Piazza Casa Pia dove
si trova tutt'oggi.
Il nome di questa splendida porta barocca deriva da una
preesistente chiesa che si dovette abbattere per far posto alla Cittadella.
La porta ad arco è ornata da tre mascheroni grotteschi (quelli laterali
reggevano il ponte levatoio) in marmo, mentre il resto della struttura è in
calcare.
Due pilastroni incorniciano la porta vera e propria sormontati da
ricchi capitelli e ghirlande. Ai lati due grandi finestre ottagonali, riccamente
ornate, racchiudono la porta.
Nella prospettiva auspicabile di un recupero della parte restante della
Cittadella, troverebbe certo migliore collocazione nella sua originale dimora.