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Forse la valorizzazione della nostra città dovrebbe cominciare
proprio dal dare luce alla miriade di palazzi padronali
che fiancheggiano le strade del centro storico, quasi
tutti malridotti e occultati alla vista, piuttosto che
dal recintare qualche sassolino informe, magari facente
parte di qualche orrendo condominio dell’antica Roma.
Un ghiornu ‘i màggiu, caminànnu a peti
Esalta la tua merce se vuoi vendere
In un giorno di Maggio, camminando a piedi, in una Messina priva di forestieri, mi è venuto un sospiro e questo pensiero: - Potrebbe profumare e invece puzza!-. C’è più colore in mezzo alla spazzatura, dove l’uomo impegna la sua fantasia, che sopra i muri di una via importante dove il tempo ha fatto una corazza. Palazzi padronali ricamati con mano esperta e olio di cazzuola (mestiere dove gli antichi erano nostri maestri) con fiori, con merletti e colonnati, sembrano nascondersi per la vergogna. E più cammini e più ne incontri! E la meraviglia ti fa formulare ancora questi pensieri sospirati: - C’è una Messina antica che non compare, che zitta zitta si consuma e muore; c’è una Messina che patisce perché chi l’amministra è troppo occupato- Se poi, scavando, spunta un sasso che pare, forse, sia appartenuto alla storia, allora: " Fermi tutti! E’ la testimonianza che questa città fu schiava dei romani". E’ una pretesa che i peloritani, di questa Messina bella che non emerge, per quelle pietruzze suonino la tromba e in preda alla gioia battano le mani! Vanta la tua merce (bannìa) se vuoi vendere, Messina, che di sostanza ne hai per fare la tua figura! Togli lo sporco da quei muri e pulisci la spiaggia in riva al mare! Che tempi sono stati quelli del “Vittoria” e del lido accanto “Principe Amedeo”! Le madri scendevano con il neonato e lo “stretto” glielo pasceva con la sua storia. Vanta la tua merce, Messina! Rifatti la gola e lancia quattro urla, riprenditi l’amore dei tuoi figli e fai la pace con la Madonnina. Walter Ignazio Preitano da Bannìa si voi vinniri
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