Tra
parole ordinarie, catalogabili in spazi riempiti da discorsi di
quotidianità elementare, uno squarcio di lacerata esistenza…i capelli
bianchi fanno echeggiare l’intima coscienza del non essere niente…ed
emerge agghiacciante la consapevolezza della propria esteriorità, angolo
asfittico dove tutto è concesso e nulla è realmente nostro… "ma
chi siamo per permetterci di annientare campagne, trasformandole in esempi
di architettura urbanistica agghiacciante?
Povera urbs… ha perso i suoi connotati, recalcitrando tra catene di
progresso e benessere…
Chi siamo per non annusare più il ritmo della natura, assordati dal vuoto
sociale?" ..e
scorrono immagini che tentano di graffiare esistenze di strada, dilaniano
anime e urlano di uscire da bocche disgraziate di individui similmente
inerti… "
il cuore e l’anima non si guardano più, si corre al supermercato per
essere efficacemente a dieta, efficacemente saturi di latte scremato,
efficacemente efficaci" ...e
mani di terra, di odori immemorabili e consistenti, di letame e di vento,
la pioggia che non sbatte su un ombrello, i piedi che hanno orecchi di
terreno… "la
poesia e la narrativa sono io, perché follemente parlo, follemente
assurgo a pensatore, a dialogo con chi non sente" …
un sorriso piegato, che pensa a presuntuose vanità… alla follia
sognante e sognata, ad un bagliore di vero… "la
sera scrivo e mangio pomodori della mia terra, testa di maiale della mia
terra, vino della mia terra, e con le mani di terra e di parole, scrivo,
poesia e racconti, sogni di pazzo" …
e la follia di tutti diventa un rogo di anime, araba fenice che risorge da
cenere e lacrime, piccola mi accovaccio davanti al fuoco, osservo i sogni
di tutti alzarsi tra le fiamme… voglio riacchiappare i miei… sono
scintille e le mie mani brillano… i capelli bianchi, con devozione verso
la vita, si allontanano…e la mia pazzia fatta di sogno e terra,
scintille e poesia è nella tasca della mia anima…