I viaggi di Simbad Storia dell'isola fantasma
«Avrei
dovuto sapere fin dall'inizio» disse Sindbàd
«che il mio
ingaggio come marinaio si sarebbe rivelato fonte di infinite calamità.
Infatti, se mi fossi ben comportato, non avrei avuto bisogno di
imbarcarmi, poiché ero nato da famiglia ricca e mi ero ridotto a una
povertà analoga alla tua, o Sindbàd il facchino, soltanto per le troppe
gozzoviglie e per non essermi negato alcuna fra le delizie della gioventú.
Navigavamo
da non molto, nel corso del mio primo viaggio, quando approdammo a
un'isola che sembrava un piccolo angolo di Paradiso. Sul suo fertile suolo
prosperavano alberi e fiori, e c'erano uccelli e piccola cacciagione per
il nostro sostentamento. Soltanto con estrema difficoltà riuscii a salvarmi dall'annegamento, approdando su una costa sconosciuta, e solo per una curiosa coincidenza, qualche tempo dopo, trovai di nuovo le merci che avevo lasciato a bordo della nave; ma compii poi altri numerosi viaggi, con nuove avventure.»
Sindbàd il marinaio
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