L'isola incantata

Sorgeva su di un'isola un castello stravagante circondato da alberi e piante.
Tutti quelli che scorgevano il castello da lontano pensavano che fosse la residenza di una regina. Là, però abitava una maga che non era né bella, né buona.
Era la più vecchia e cattiva maga mai esistita e il suo nome le si addiceva: si chiamava Carocha, la maga Cervo Volante, e tutti quelli che cadevano in suo potere erano perduti.

Era tanto ricca e il suo giardino era pieno di fiori, ma nessuno andava mai da lei poiché tutti avevano paura delle sue arti magiche. Viveva completamente sola e se il popolo vedeva volare la sua nera carrozza tirata da pipistrelli chiudeva porte e finestre, avendo tutti una gran paura.

Si raccontava che, una volta, avesse rapito e stregato una bambina, ma nessuno lo sapeva con certezza poiché tutto era successo molto tempo fa.
Un giorno, la maga Cervo Volante disse a uno dei suoi sudditi:
- Civetta, va' per ogni dove e invita alla mia festa tutte le fate del mondo! 

-Hu! - disse l'uccello del malaugurio volando via.

La maga cattiva cominciò a sghignazzare:
- Mi divertirò proprio! Ah! Ah! Verranno tutti, ma poi vedranno ...

La civetta invitò tutte le fate; quelle si stupirono molto dell'invito poiché conoscevano la vecchia, ma non osavano rifiutare. Avevano paura di una sua possibile vendetta. Si diedero così tutte appuntamento dalla fata della Bontà volendo decidere comunitariamente sul da farsi.
Bisognerebbe, in verità, descrivere questa strana adunanza, ma ci vorrebbe troppo tempo. Cosi racconterò soltanto delle frasi che le fate si scambiarono.
Per prima prese la parola la fata della Bontà:
- Che cosa mai starà congetturando la nostra malefica collega? Questo invito non mi ispira per nulla!

La fata del Giorno aggiunse:
- Potremmo rifiutare l'invito

- Sarebbe una dichiarazione di guerra - ribatté la fata della pace.

La fata della Bontà chiese sorridendo:
- Non pensate che potrebbe anche trattarsi di qualcosa di buono?

Ne discussero a lungo e, alla fine, intervenne la fatina della Bellezza:
- Sentite io vi prometto che la nostra collega verrà punita, se ha in mente qualche azione malvagia

A queste parole, tutte si tranquillizzarono poiché sapevano che la fatina possedeva la bacchetta magica del mago Filkar, la quale aveva poteri straordinari.
Le fate si salutarono e ciascuna di esse fecero ritorno al suo palazzo.
La fata della Bellezza si diresse da un'altra parte. Si mise una collana di topazio divenendo, all'istante, invisibile. Giunse al castello della maga Carocha mentre questa era impegnata con la sua segretaria, un'orribile scimmia. 
Le stava dicendo: 
- Voglio che tutte si divertano molto e che si meraviglino delle mie ricchezze, ma prima di partire, al termine della festa, verserò a tutte una pozione magica. Bevendola, si tramuteranno tutte in serpi, pipistrelli e scorpioni. Questa proprio non se l'aspetteranno!

La fata della Bellezza, che aveva sentito tutto, fece ritorno al suo castello.

La sera della festa l'intero castello risplendeva di luci e di ornamenti. Quindi giunsero le fate, che per l'occasione si erano fatte tutte belle. Ballarono e si divertirono un mondo a quella grande festa. Quando tutti si apprestarono ad andarsene, la padrona pregò loro di accettare un bicchierino di liquore. Era contenta della loro prossima trasformazione in brutte bestiacce. Versò da bere e tutti bevvero, ma si tramutarono in colombe che subito volarono via. La fata della Bellezza le aveva protette con la bacchetta di Filkar.

La maga malvagia rimase di stucco e non credeva ai suoi occhi. 
Sentì poi una voce dolce che mormorava:
- Tu non mi puoi vedere, maledetta strega, ma io sono qui. Ho con me la bacchetta magica di Filkar e con questa ti punirò e libererò tutte le tue vittime

Pronunciate queste parole, la fata della Bellezza sfiorò la malefica maga con la bacchetta tramutandola in un serpente immondo.

A questo punto la fata domandò:
- Ora devi ancora confessare dove tieni nascosta la piccola Isolina, da te rapita cento anni fa

La maga Carocha la condusse a una torre fortificata. Nel mezzo di una grande sala c'era un lettino nel quale riposava una bambina di dodici anni. La fata della Bellezza prese in braccio la bella bambina e volò dalle sue amiche. 
Liberò tutte dall'incantesimo e grazie alla bacchetta magica. 

Isolina però  rimase con le fate che sempre la protessero.
Più tardi Isolina sposò un bel principe e tutte le fate insieme le fecero da testimoni.

 

Cristo Re - Messina


     
 

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