Il mare, quando nacque, era placido e gaio.
Cantava, accarezzava le terre che gli stavano vicine, voleva che le ondette fossero
educate, le mandava a passeggio con un leggiadro cappuccio di pizzo bianco e, prima che
uscissero dalla verde casa di vetro, diceva loro:
- Mi
raccomando, niente chiasso per la strada, nessun gesto scomposto.
Milkar, il padrone
del mondo, condusse, nella casa di vetro, una donna bellissima, Aki, e disse al Mare: - Ecco tua
moglie.
Il Mare, sulle
prime, fu contento. Gli piaceva avere una compagna che lo aiutasse a tenere la disciplina
tra le onde e tra i pesci e che, nelle ore di riposo, gli raccontasse qualche storia bella
e strana. Ma si accorse subito che Aki era bisbetica.
Pretendeva che, nel
liquido regno, tutti, dalle meduse pallide ai salmoni di roseo argento, secondassero i
suoi capricci più pazzi.
Investiva il marito
con parolacce volgari, dava calci alle piccole onde e canzonava le balene, tirando fuori
due metri di lingua.
Il Mare, carattere dolce e animo generoso, sopportò, per un poco,
larpia. Ma anche lui, poveraccio, aveva il suo orgoglio. Visto che Aki non si
placava con la dolcezza, cambiò sistema; adottò, per piegarla allobbedienza,
sistemi energici e severissimi.
Scoppiarono scenate
dinferno.
Urlava la moglie, urlava il marito, e le onde, pazze di terrore,
cercavano, inutilmente, di fuggirsene dalla liquida loro patria, di raggiungere l'alto
paese degli astri, arrampicandosi luna sullaltra, facendo balzi paurosi,
chiedendo soccorso allo zio Vento e alla nonna Pioggia.
Si scatenarono cosi
le prime terribili tempeste.
La maschia volontà
del Mare trionfava sulla sciocca petulanza della donna, e per un poco nella casa di vetro,
nella gran patria oceanica, ritornava la calma.
Le onde con le
leggiadre cuffie di pizzo, andavano, gentiline e gaie, a passeggio. Il Mare accarezzava
con dolcezza le rive amiche, cantando qualche canzone patetica, e i pesci ricominciavano i
giuochi, guizzando, lieti, dai giardini delle alghe alle selve dei coralli.
Ma la gran
pace, la pace perfetta della sua giovinezza gioconda, babbo Mare, per colpa della moglie
bisbetica, non poté più goderla.
Da quel tempo, nelloceano, ai periodi di bonaccia si alternano i periodi di
tempesta, e ehi tenta, sulle navi, le avventure dei lunghi viaggi, conosce il carattere
bisbetico e collerico della terribile Aki.