Tra i pesci che un
vecchio pescatore aveva portato al cuoco del re, ce nera uno azzurro, molto
grazioso, che guizzava vivacemente come se fosse ancora nellacqua.
Una serva notò
il leggiadro animaluccio e volle sottrarlo alla morte, mettendolo in un vasetto di vetro
colmo dacqua.
La giovane moglie del re capitò, per caso, in cucina. Vide il pesce,
ne osservò leleganza, la tinta luminosa, il contegno vispo, e fece portare il
vasetto nella sua camera. Poiché non aveva figli, provò presto, per la bestiola, una
tenerezza materna. Il pesce cresceva a vista docchio.
Dopo un po di tempo, fu
necessario metterlo in un vaso più grande. Anche questo secondo recipiente, per lo
straordinario sviluppo della bestiola, fu sostituito con un terzo più alto e più largo.
Poiché la singolarissima crescita non si arrestava, la sultana fece fare, nel parco, una
grande vasca e ordinò che il pesce venisse immerso nellacqua limpida e profonda.
Lei stessa, due
volte al giorno, portava il riso cotto al suo beniamino. Questultimo, cresci e
cresci, diventò addirittura mostruoso. Perdette anche la primitiva vivacità e la gioia. - Mi sembri triste. Che hai?
gli disse un giorno la dama
amorevole.
- La solitudine mi opprime. Vorrei una moglie bella e buona che mi facesse
un po di compagnia.
La sultana mandò i
suoi servi per tutto il regno in cerca di una fanciulla disposta ad accettare come marito
il pesce mostruoso.
Le fanciulle, persino le più povere, rifiutavano le bizzarre nozze.
Non le allettavano le promesse di un alloggio principesco, di vesti e di gioie splendide.
Anche i genitori
delle giovani donne condividevano la ripugnanza delle figlie: Meglio
mangiar cipolle in una catapecchia che mangiar manicaretti a fianco di una bestia cosi
orribile.
Abitava, in un
certo paese, una donna perfida.
Costei aveva sposato un vedovo, la cui figlia, di nome Casla, era bellissima, buona e gentile. La figlia della megera, invece, non possedeva che
difettacci: brutta, maligna, sgarbata. Una peste, insomma.
La strega, non cè da
stupirsene, odiava Casla, che con le sue virtù fisiche e morali faceva sfigurare la sua
orribile sorellastra. I messi della sultana capitarono in casa di costei un giorno in cui
il marito era assente. La strega, quando udì la richiesta, non riuscì a nascondere la
sua gioia. Poteva, finalmente, liberar la sua creatura da una temibilissima rivale.
Chiamò la
figliastra: - Corri al fiume e lava la tua biancheria. Sbrigati, poiché questi
gentiluomini ti devono accompagnare alla reggia dove sposerai il pesce-mostro.
La povera
fanciulla, conoscendo il carattere aspro e autoritario della matrigna, ubbidì senza una
protesta. Quando fu sola sulla sponda del fiume, scoppiò in lacrime.
Un vecchio rospo,
che aveva la tana nelle vicinanze, udì i suoi singhiozzi e pietosamente si avvicinò alla
giovinetta. - Vuoi confidarmi il motivo del tuo dolore?
le disse.
- Devo sposare il pesce-mostro.
- Non preoccuparti. Il pesce-mostro é un principe trasformato in
bestia da un mago malvagio. Ecco: ti offro tre sassolini. Quando il brutto animale
affiorerà sullacqua, tu getterai uno di questi sassolini nella sua grande bocca e
non potrà capitarti nessun male. Fai il possibile per non addormentarti. Se
il mostro ti sorprende nel
sonno, potrebbe anche ucciderti
.
Il rospo disparve,
e la fanciulla, un poco più calma, provvide a lavare i panni. Si recò poi nella casuccia
in cui laspettavano la matrigna e i messi della regina. La strega laccolse con
una risata di scherno:
Sono
pronti i tuoi stracci? Benissimo. Preparati il fagottello e recati dal tuo bellissimo
sposo
- Non cè bisogno di fagottello
dissero i gentiluomini.
La tua figliastra troverà, nella reggia, tutto ciò che desidera.
Nel parco reale, a
fianco della vasca in cui viveva il pesce-mostro, la regina aveva fatto costruire uno
splendido alloggio di avorio per la moglie dellamatissimo animale.
Quando Casla
giunse alla reggia, ebbe accoglienze molto affettuose. La moglie del re restò incantata
per la sua grazia e per la sua bellezza, e fu lei stessa che laccompagnò
nellelegante padiglione del parco.
- Tutto ciò che vedi, cara figlia, ti appartiene. Troverai scrigni colmi
di gioie, armadi pieni di vesti, casse con biancheria finissima. Troverai pizzi, profumi,
veli e nastri. Se sonerai il campanello dargento che vedi su quella mensola di
madreperla, i servi accorreranno a portarti cibi raffinati e dolci bevande. Adesso vado.
Fra poco, il pesce tuo sposo salirà alla superficie dellacqua per far la tua
conoscenza. È meglio che a questo primo incontro non assistano terze persone.
Casla restò sola.
Le cose splendide che la circondavano le fecero dimenticare il mostro. Indossò un abito
di raso azzurro, infilò i piedini bianchi come la neve in un paio di scarpette ornate con
brillanti e perle, posò sui capelli nerissimi e lucidi un diadema di zaffiri. Corse, poi,
sullorlo della vasca per contemplare la sua immagine riflessa nellacqua.
Invece della sua personcina graziosa, vide, con sgomento, la testa orribile, la bocca
spalancata del pesce. Tremando di paura, gettò nelle fauci dellanimale uno dei
sassolini del rospo. Il mostro, soffiando come un mantice, disparve.
Dopo poco, ritornò
a galla. Casla, scagliandogli in bocca un secondo sassolino, lo obbligò di nuovo a
sprofondar nellacqua.
"Speriamo"
pensò la giovinetta
"che la bestia diabolica non si faccia più
vedere".
Dopo un poco, la
lucida superficie della vasca ebbe un fremito, poisi sconvolse in onde e in
mulinelli, spumeggiò e urlò come se fosse stata investita da un turbine, e in quel
liquido scompiglio riapparve la testa spaventosa del pesce. La fanciulla, colma di
terrore, gettò il terzo sassolino nella bocca aperta. Uno schianto la obbligò subito a
chiudere gli occhi.
Le parve di cadere
in un abisso e si accasciò, più morta che viva, sullorlo della vasca. Udì,a
un tratto, una dolce e armoniosissima voce di un uomo giovane. - Coraggio, piccola Casla. Vedi? I provvidi sassolini hanno spezzato il
malvagio incantesimo. Sono il principe Segul, ti amo e desidero sposarti. Senza il tuo
soccorso, sarei rimasto per molto tempo ancora, forse per sempre, lo spaventevole
pesce-mostro.
Parlava un giovane
bellissimo, molto elegante e gentile. Casla lo contemplava con maraviglia e con
ammirazione. - Vuoi diventar mia moglie, dunque?
Il principe aiutò
la leggiadra ragazza, che stava accoccolata sul margine della vasca, ad alzarsi.
- Mi ami, dunque?
- Ti amo, ti amo.
I due giovani
si recarono dalla sultana, per rivelarle il prodigio e annunziarle la loro risoluzione di
unirsi subito in matrimonio.
Le nozze ebbero luogo il giorno dopo, con grande pompa.
Subito Segul condusse la dolce mogliettina nel regno di suo padre, il sultano Badili.
In un palazzo di
cristallo, tra fiori, gemme, rasi, mobili e oggetti preziosissimi, i due colombi vissero,
per lunghi anni, una vita felice.
Quando la perfida matrigna e la sua figliuola conobbero la fortunatissima sorte
toccata a Cassa, morirono dinvidia.