Esco nella strada,
un ubriaco urla oscenità
e la luna inorridisce
alle miserie della vita
dai tetti consumati
in cui ho sognato sogni impossibili.
E fuggo lontano
lontano dove potrò avere spazio
per i miei sogni.
Qualcuno piange;
è l'alba, me ne vado.
Ormai solite parole,
si perdono nel tempo di una vita,
che si tormenta l'anima.
Il tremare delle mie labbra è
diventato un mormorio
che si spegne nell'aria.
Come vorrei tornare indietro!!!
Un attimo,
un attimo ancora
in attesa
che una voce mi richiami
e che due braccia
si tendano in mio aiuto...