Cola PesceColapisci: l'uomo che diventa pesce per necessità o per sceltaI Ricordi di Cola: Fatti di Luna, miti e leggende della luna


L’acqua e le stelle

Giovanna, Cettina, Stefano, Alberto

Al tempo dei tempi, il Signore dell’infinito e dell’eternità. aveva creato la Terra. Nella Terra aveva messo le piante, le bestie, gli uomini. Ma scarseggiava l’acqua.
E le creature ne soffrivano. Sarebbe stato facile al potentissimo Dio moltiplicare le sorgenti e i fiumi.
Ebbe un'idea. Disse agli uomini, suoi figliuoli prediletti:
- Ogni parola di bontà che pronunzierete, alimenterà di una goccia il patrimonio di acqua che avete in Terra.

Passarono gli anni e i secoli. L’acqua non era aumentata che di pochi ettolitri. Sopra la Terra in cui le creature andavano moltiplicandosi, il vivere diventava sempre più difficile.
Lo Spirito del Male, nemico nefasto degli uomini, capovolse la promessa divina:

- Ogni parola cattiva da voi pronunziata frutterà, alla vostra Terra una goccia d’acqua.

Subito i fiumi crebbero, divennero formidabili. Nacquero sorgenti, infuriarono cascate, rifulsero lucidi occhi di laghi. Infine apparve il mare, splendido e terribile.
E le gocce si moltiplicavano, l’acqua minacciava di allagare tutta la Terra.

- O figli ingrati,
– pianse dall’alto il Signore sublime – la vostra cattiveria sta per perdervi.

Le lacrime divine caddero nel mare, facendolo diventare intensamente salato.
- Ma io – continuò il Grande Spirito di Bontà – io vi amo. Le acque non aumenteranno più. E ogni parola cattiva pronunziata da voi diventerà sabbia, ogni parola buona si trasformerà in un lume gioioso e illuminerà, il cielo notturno.

Molti uomini toccati dalla misericordia di Dio si studiarono di diventare buoni, di dir cose gentili. E cosi nacquero le stelle, poesia del firmamento.
Gli altri uomini, la maggioranza, purtroppo, continuarono a pronunziare parole maligne. E così la sabbia incominciò ad ammucchiarsi sopra la terra.

E ci soffocherebbe se, di quando in quando, un servo del Signore non ci soffiasse su con gli aerei polmoni del vento, per disperderla.

   

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