Il Giorno e la Notte
Il Signore
delleternità offerse al Giorno il dono meraviglioso del sole.
- Tu sarai benedetto disse dalla luce gioconda. Tu
colmerai di speranze il cuore degli uomini, additerai le buone fatiche e le renderai lievi
col tuo lume.
La Notte restò umiliata nel suo triste mondo di tenebre.
Ma il gigante Ti-Nu volle consolarla.
Le sue mani enormi, insensibili alla
violenza distruttrice del fuoco, affondarono nel molle torrido corpo del sole e si
impadronirono di una parte di esso. Poi corse verso il buio regno della Notte. Ma il
cagnaccio Pao si gettò al suo inseguimento. Ti-Nu filava come un dardo. Aveva avvolto la
porzione di sole in un gran sacco di nuvole, un sacco che presentava mille squarci.
E così la materia luminosa cadeva nei campi della Notte, formando briciole
di fuoco, fiorellini incandescenti. Ma Ti-Nu, affannatissimo nella fuga, non si accorgeva
di nulla. Non vide neanche il gran secchio in cui Pa-Me, la donna dellimmensità,
aveva versato il latte argenteo della capra Siol.
Inciampò in questo secchio e lultima porzione di sole vi cadde dentro,
si bagnò, perdette lintenso splendore, divenne una forma tonda di mite luminosità.
Il gigante, deluso, la scagliò nel grembo della Notte. E continuò a correre
per difendersi dal cagnaccio aggressivo.
Continua a correre da secoli. E non sa di aver creato il firmamento, con le
scintillanti stelle e con la luna pallida, protettrice dei sogni.
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