La pesca
Sempre il pensiero mi fugge
su
bianche vele di barche
lungo ignorate
coste e scogli d'oro.
Tutte le notti
sogno: una chiglia leggera
la fiocina
di ferro e un esperto compagno,
Cirillo dall'occhìo fulvo
dal cuore acceso di rame,
Salvatore 'o Massese
dritto caronte
scuro il volto e il collo
scavati in annoso legno
che vogava
sicuro per venti miglia,
e Fortunato
dalle dita mozze storpiato dalla bomba.
Voglio i mattini dì sole, il lento
affiorar dei delfini
che chiudono a
cerchio gli sgombri:
stavolta è un
banco grande!
guarda la pinna nera e la falce
dello
squalo, guarda il gabbiano!
Fai segnale:
una rete non basta,
ci vogliono più barche ce n'è per tutti!
Là sotto è un
tesoro guizzante
oro e verde, forzando
sui remi e il motore.
Se d'improvviso
enorme apparendo sul fondo
il
capodoglio non spaventa il banco,
se
il delfino non rompe la rete, se il
pescecane e il mare
non ti trascinano
via, lì c'è pane per tutto l'inverno
e un
nuovo motore alla barca e vino e carne:
se ti regge il cuore e i remi e il motore e
la rete.
E. Falqui
La giovane poesia
C. Colombo Editore
www.colapisci.it
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