Il Mare
A tutto ciò che avremmo voluto
fare e non abbiamo fatto,
ciò che, attraverso le età, ha voluto
prendere il discorso
e non ha trovato le
parole necessarie.
Tutto ciò che ci
ha lasciati senza dirci nulla del suo segreto,
ciò che possiamo toccare e anche
solcare
con il ferro senza mai raggiungerlo,
ciò ch'è divenuto onde e ancora onde
perché esso cerca se stesso senza
trovarsi,
ciò chi divenuto spuma per non morire
del tutto,
ciò ch'è divenuto scia di qualche
secondo
per gusto fondamentale
dell'eterno,
ciò che avanza nelle profondità
e non
salirà mai alla superficie,
ciò che avanza sulla superficie e
paventa le profondità.
Tutto
ciò e molto più ancora è Il mare.
Questo mare che ha tante cose da dire e
le disprezza,
esso vuole se stesso sempre
informulato,
o semplicemente mormorante,
come un uomo che mormora tutto solo dietro i suoi denti,
questo mare dalla superficie offerta
alla nave che lo percorre,
rifiuta le sue profondità.
E tuttavia
Ci sono coppie dì occhi,
che guardano
a bordo della nave,
Ma essi vedono poco più degli occhi
di cieco
che vanno anch'essi in coppia,
Poiché le piccole noie dell'uomo gli
formano intorno nebbia
E solo talvolta un poeta
Getta uno sguardo meno dubbioso al
di là dell'impavesata,
Uno sguardo che raggiunge bene o
male l'orizzonte.
JuIes
Supervielle
La Fable du Monde
Ed. Gallimard
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