Cariddi
Cariddi era una mostruosa ninfa, figlia di Poseidone e della Terra, che
abitava nel mare dello Stretto,
perchè scacciata dall'Olimpo a causa della sua condotta irrequieta.
Perennemente affamata, passava il suo tempo cibandosi di pesci e animali
marini.
"Avvenne, un giorno, che Ercole assieme al nipote
Iolao, veniva
dall'Italia alla Sicilia portandosi dietro la mandria di buoi sottratta a Gerione
d'Iberia.
Per attraversare lo Stretto, egli s'attaccò alle corna di un bue guida e con
esso toccò felicemente terra sulla spiaggia di Torre Faro, nella zona del
Peloro. Quando
anche l'ultimo bue uscì dal mare, Ercole contò il bestiame e, con grande sorpresa, si
accorse che alla conta ne mancavano diversi capi.
Era successo, infatti,
che la famelica ninfa
Cariddi, mentre egli si era appena indugiato ad ammirare le bellezze
della costa siciliana, di soppiatto si era avvicinata alla mandria che nuotava, e gli
aveva rubato una parte dei suoi capi più belli. Ercole la vide alla lontana, verso
l'imboccatura sud dello Stretto, mentre a quattro ganasce ingoiava l'ultimo bue rubato.
- O Zeus!
- allora invocò -
O padre mio! E tu permetti che una ninfetta famelica
mi rechi disonore? Vendicami, o io ucciderò in questa terra ogni uomo che
incontrerò!...
Dall'alto dell'Olimpo
l'infastidito Zeus scosse la testa.
- Ahuffa, che seccature
mi danno questi mortali!... Va bene che Cariddi è stata scostumata, ma tu figlio mio,
potevi starci più attento ai tuoi bovini... Comunque ti accontenterò!...
E detto ciò battè
sull'Olimpo la sua verga e il monte rimbombò come una campana di bronzo. Gli dei e le dee
uscirono dalle loro stanze e accorsero al suo trono.
- Che fu? Che fu?
- si
udì gridare da più parti.
La brutta novella corse
allora tra di essi. Ermete, più di tutti, la diffuse. Poi, d'improvviso, si fece silenzio
e in quel silenzio s'udì tonare la voce di Zeus.
- Ascoltate, figli
miei, perché giustizia ho da fare! Perciò ascoltate... Dopo essermi consultato...
documentato... ecc. ecc... mi sono convinto che ... la piccioletta Cariddi è colpevole
di... furto maldestro. Perciò... io la condanno... anzi la trasformo in un gorgo
marino. Visto che ha sempre fame, si mangi le navi eh, eh!... Ma poi... beninteso le
rigetti! Insomma, ormai ho detto e quel che è detto è scritto!..."
(..)
Leggi per intero in
Miti e leggende di Sicilia
di Salvino Greco
Dario Flaccovio
Editore
www.colapisci.it
|