Aretusa e Alfeo
Bevilacqua - Galleria Roma
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Lui cacciatore (Alfeo), lei
ninfa: Aretusa, la più bella, fra quante Diana solesse condurre seco alla caccia, e la
più abile nell'arte di tender le reti.
Tornava, ella, un
giorno, al calare del sole, da una battuta appunto, d'ogni. altra più ardua e gravosa,
contro i mostri rapaci delle Paludi stinfalie, ai pie' di Cillène, l'eccelsa montagna
d'Arcadia, madre di gente pugnace. Era stanca ed arsa, nè alito spirava che temperasse i
calori della grande estate nell'aria sitibonda.
Un lieve sussurro
d'acque correnti la invitò a sostare in ascolto: non s'era ingannata. Un limpido fiume
scorreva lì presso, tra vellutate sponde selvose. Staccatasi dalle compagne, volle
prendervi un bagno e, scivolata che fu tra le onde trasparenti, se ne lasciò lambire ed
avvolgere le belle membra tornite, sfavillando di sottile piacere nei begli occhi
socchiusi, che ridevano al cielo dal capo leggiadro abbandonato sul fiore dell'acqua.
Così la scorse Alfeo
e, avvicinatosi cauto tentò ghermirla come già aveva fatto Plutone con la vaga figliuola
di Cerere, Proserpina siciliana. Ma l'udì Aretusa, trasalendo, e atterrita fuggì come
cerva inseguita. Per monti e per valli corse, la meschina, senza ascoltare le ardenti
preghiere di lui, che, incalzandola, già era per prenderla allorchè Diana a cui Aretusa
si era consacrata con decisa rinunzia all'amore, la sottrasse all'inseguimento
trasportandola a Ortigia, mutata in limpida fonte.
Alfeo pianse lacrime
ardenti di folle dolore e Venere, degli amanti patrona, pietosa lo volle soccorrere. Un
fiume fece di lui, ricco d'acqua e di forza impetuosa, come l'amore che, per la bella
Aretusa, egli nutriva nel seno.
Lungo vie sotterranee,
non visto, e per gli abissi profondi del mare, lo spinse affettuosa fino a quando, della
fonte di Ortigia, egli stesso udito non ebbe il dolcissimo canto.
Aretusa effondeva così
la sua pena di vivere sola e, allorché l'onde di Alfeo, sussurrandole amore, nel suo
lucente cristallo, palpitò, conobbe il sapore della gioia senza fine.
Queste meravigliose
leggende sembrano esser narrate, più che dalla tradizioni,. dalla stessa natura dei
luoghi incantevoli dove il mormorio delle acque pare sia una continua canzone d'amore
appassionata.
Poeti greci e latini
cantarono queste leggende popolari rivestendole di una meravigliosa forma che le ha
preservate dal tempo.
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