L'essere del mare
Il mare non ha forma, come l'aria, il
cielo, la luce.
Come il cielo non ha
forma ma solo luce.
Anche nell'ordine naturale,
il mare e il cielo, e in essi l'acqua e l'aria
sono entrambi fluidi a contrapposto
dell'indurita esistenza della materia
solida, la materia dei monti e dei nostri
corpi, degli oggetti gravi, degli scogli o
della balaustra di marmo sulle pietre del
molo. Sempre vedrete che soltanto la
luce riveste l'acqua, e fa sensibile l'aria.
Per la luce i due grandi elementi hanno
visibile volto; in lei si sposano, si
confondono, divengono simili quanto lo
consente la loro densità, si avvincono
all'orizzonte.
Mare e cielo sono sempre
riuniti, nelle immagini primitive, nelle
prime parole della poesia, nei canti della
musica sorgiva, nelle modulazioni della
musica sapiente. Il bambino che prova a
rappresentare il mare, subito lo colora
d'azzurro, ma già d'azzurro egli ha dipinto il cielo e si
arresta sorpreso dall'imprevista
somiglianza. Sempre essi sono simili,
anche negli effimeri mutamenti. L'ira del
cielo fa adirato il mare, l'alba d'oriente lo
schiarisce appena e vivo rosseggia al
colorarsi del tramonto. Grigio con il
cielo grigio, il mare diventa turchino nel
giorno tutto sereno.
Mare e cielo sono
ancora una unica luminosità nell'occhio
di chi, solo, in silenzio, seduto su di uno
scoglio o a prua di un lento battello,
guarda a sé dinnanzi l'ininterrotta linea
dell'orizzonte e ivi dissolve le immagini
delle ore fuse nel meriggio assoluto
senza mutamenti.
Ugo Fasolo
Lungo l'eclittica
Rebellato
Editore
www.colapisci.it
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