Avrei piacere a raccontare una storia, la storia di come
ho conosciuto il mare e di quanto mi sia innamorato di lui.
Il bambino e il
mare
Questa storia comincia lontano, e ha come protagonista un bambino, amante del
mare, che fin da piccolo venne abituato a viverlo e a rispettarlo, grazie alla
famiglia e grazie ai pescatori del piccolo borgo dove il bambino passava le
estati, sempre disposti a raccontare qualche bella storia di mare mentre
portavano giù il pescato dalle loro barche.
Storie di grandi pesci, grossi squali e balene, ma anche di tartarughe e di
bellissime navi che solcarono le onde di quella enorme distesa blu.
Il mare sembrava enorme, grande ed impetuoso, ma anche docile, un’entità
pulsante che il bambino non riusciva a comprendere appieno.
La consapevolezza che questo enorme mondo fosse più di quello che viene
superficialmente dipinto, spinse il bambino a guardare oltre, a cercare nelle
cose un significato, un perché.
Guardandosi intorno, il bambino cominciò a scorgere nei
piccoli avvenimenti di quel borgo l’azione del mare, la sua volontà.
Si rese presto conto che il mare ha un equilibrio, una sorta di legge che
pareggia tutto, che guarda i cuori delle persone, non il loro portafoglio o la
potenza delle loro barche.
Cosicché, i pescatori più poveri di quel borgo, che solo
dal mare potevano mangiare, pescavano i pesci più grossi, mentre chi del mare
non aveva bisogno per vivere ma lo usava solo per divertirsi, venivano riservati
solo pochi pesci.
Spinto dalla curiosità, cercò di studiare il mare, di mostrarsi a lui come
desideroso di conoscerlo, di conoscere le sue storie e i
suoi abitanti ed apprezzarli per quello che sono, ovvero tasselli di un disegno
più grande, di un equilibrio più ampio, oltre la portata dei nostri occhi.
Cominciò quindi ad immergersi alla scoperta di quel mondo e immerso, protetto,
libero davvero, il bambino crebbe.
Il mare tuttavia, non è sempre docile e benevolo, e sa essere incredibilmente
pericoloso. Così che quando in un giorno di tempesta il mare richiamò a sé uno
dei pescatori del borgo, il bambino, spaventato dall’accaduto, si sentì colpito,
quasi come fosse stato lui la vittima dell'incidente.
Il bambino e il mare litigarono e il bambino, ancora piccolo, non volle più
avere a che fare con un qualcosa che può provocare un simile dolore e
spaventato, prese le distanze da quel mondo.
Il tempo, si sa, lava via ogni cosa, tranne che l’amore. Ed è proprio col tempo
tra un’estate e l’altra che il bambino, ormai quindicenne, cominciò a
riavvicinarsi al suo vecchio amico, ricercando quella vena romantica che lo
aveva fatto legare tanto tempo prima.
La necessità di leggere del mare e soprattutto degli organismi che lo abitano,
così fugaci e belli, lo spinsero a scoprire l’esistenza di un luogo dove tante
altre persone raccontavano di pesci e di storie di mare, tanto belle che non
sembravano neanche scritte da delle persone.
Fu subito chiaro al ragazzino che quelle dovessero essere state scritte dal
mare, che cercando di riavvicinarsi a lui, aveva fatto leva sulle bellezze che
il ragazzino adorava per riavvicinarlo.
Talvolta le motivazioni che si danno
alle cose sono più belle che veritiere, ma al ragazzino questo bastava per
passare le serate a leggere e scoprirsi in debito di qualcosa.
Col tempo quel bambino è cresciuto, ha studiato ed oggi è un Biologo Marino.
Quel bambino così piccolo, che passava il tempo con una maschera a cercare di
raccogliere la sabbia sempre più in profondità, oggi studia il mare, i suoi
abitanti e come proteggerli, e se questo è successo è anche grazie al fuoco di
passione che Colapisci ha tenuto vivo in lui, quando la luce del mare sembrava
non esserci.
E non sarà mai abbastanza grato a Colapisci per la compagnia avuta nel
tempo e per le cose che ha raccontato sul mare...
Stefano Ruiu
www.colapisci.it
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