Il bambino e il pesciolino
Una volta c'erano due vecchi che
avevano un solo figlio. Erano povera gente (il vecchio faceva il pescatore) ma si facevano
vanto di mandare il figlio a scuola e di farlo studiare, anche se questo costava loro
molti sacrifici.
Un giorno, però, il vecchio si ammalò e morì. Allora il bambino disse alla madre:
- Mamma, lascio la scuola. Voglio imparare l'arte di mio padre.
- Ma, figlio mio,- gli
rispose la povera donna, - devi studiare, non devi diventare un pescatore.
- No, madre mia, voglio imparare l'arte di mio padre. Anzi, trovami, ti prego, i suoi arnesi per la pesca.
La madre dovette rassegnarsi e così il figlio preso tutto il
necessario, andò a pesca.
Appena il bambino giunse alla riva del mare, tirò fuori la canna
da pesca, infilò nell'amo un'esca e si mise a pescare.
Pesca e ripesca, dopo un po'
abbocca un pesciolino. Il bambino lo tira su tutto contento ma, mentre già pregusta il
buon pranzetto, il pesciolino non si mette a parlare? Ed ecco cosa gli dice:
- Se mi mangi ora, che gusto ne ricavi? Non vedi come sono piccolo e tutto lische? Lasciami in
libertà e, quando sarò cresciuto, mi ripeschi.
- E come farò, allora, a trovarti per quanto è grande il mare?
- Basterà che mi chiami col mio nome.
- E come ti chiami?
- Mi chiamo Prudente.
Allora il ragazzo ributtò il pesce in mare, rimise l'esca all'amo e ricominciò a pescare.
Pesca che ti pesca, dopo un altro pochino abbocca all'amo
un altro pesciolino. Ma anche lui, sul più bello, si mette a parlare: - Che gusto ci sarà mai a mangiarmi proprio adesso? Lasciami diventare grande e mi ripeschi.
- Ah no! - rispose stavolta il bambino, - non ti lascio proprio.
- E lasciami, dài, - insisteva il pesciolino, - poi tanto mi
ripeschi. Ti basterà chiamarmi con il mio nome. Mi chiamo Sapiente.
Allora il bambino lo lasciò andare, si spostò un poco sulla
riva, gettò nuovamente la lenza e di nuovo prese un pesciolino.
- Questo sarà meglio prenderlo e portarlo alla mamma da far fritto - si disse il bambino.
Ma il pesciolino ribatté:
- Perché portarmi da tua madre, piccolo come sono? Torna tra otto giorni e mi ripeschi.
- E come faccio a ritrovarti?
- Chiamami per nome: mi chiamo Spiedino.
Fu così che il bambino pescatore lasciò andare anche quel
pesce. Siccome poi si era fatto tardi, se ne tornò a casa tutto contento.
- Buonasera, madre mia.
- Buonasera, figlio. E allora, quanti pesci hai preso?
- Madre mia, ne avevo presi tre, ma mi hanno detto di lasciarli andare. Tra otto giorni, quando saranno diventati più
grandi, mi hanno promesso il vecchio e i tre fratelli, che si faranno ripescare.
Dopo otto giorni, il bambino tornò in riva al mare e si mise a chiamare:
- Prudente, Prudente!
Ma dal fondo del mare si sentì una voce:
- Fossi stato tu prudente, non mi avresti lasciato andare.
Allora il bambino gridò:
- Sapiente, Sapiente!
E, dal mare, il pesciolino gli rispose:- Fossi stato tu sapiente, non
mi avresti lasciato andare.
Infine si mise a gridare forte:
- Spiedino, Spiedino!
E la voce gli rispose, con una risata:
- T'ho preso pel nasino, t'ho preso pel nasino!
Il piccolo pescatore capì allora che era stato preso in giro e, da
quel giorno, si fece molto più accorto e giudizioso.
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