|
Ai tempi dei tempi, Agnese abitava con suo marito e il suo bambino in una casupola sulle rocce, proprio accanto allapertura della grotta in cui vivevano, secondo la leggenda, le Fate del Mare. Ma che strane cose avvenivano presso quella grotta! Nel silenzio della notte si udiva il ronzio di un arcolaio, e un suono smorzato sembrava venisse di sotto la pietra del focolare. Altre volte un gallo cantava sotterra, un bambino piangeva lontano lontano, oppure si sentiva qualcuno sbattere il burro nel secchio di legno. - Sono le Fate del Mare! mormorava Agnese, e cercava di non impressionarsi.
Una notte,
mentre suo marito si vestiva per la pesca, la donna gli chiese: - Non ne ho unidea rispose quegli. - Sono le due dopo mezzanotte interloquì allora una voce misteriosa di sotterra. - Grazie! disse Agnese, senza un tremito nel tono della voce Grazie, buone Fate del Mare.
Poco tempo
dopo, il bimbo di Agnese si ammalò così gravemente che la mamma piangeva notte e giorno,
sicura che il suo bambino stesse per morire.
Come per
rispondere a quel grido, si vide subito dopo sollevarsi la pietra del focolare e una mano
porgere alla mamma angosciata una bottiglia
Erano le
Fate del Mare, che, affezionatesi a mamma Agnese, la aiutavano. Infatti, appena unto con
quellunguento, il bimbo guarì dincanto! E la Agnese, che era molto buona,
invece di tenere nascosta la bottiglia delle Fate, ne dispensò il prodigioso contenuto a
tutte le donne del paese appena avevano un bimbo che stesse poco bene. - Ecco lultima bottiglia, Agnese le disse la solita voce sotto la pietra del focolare Serbala per te sola.
Perché,
vedete, le Fate del Mare sono un po strane: fanno del bene solo alle persone che
sono nelle loro grazie e non vogliono aiutare le altre.
La notte
dopo, una di quelle voci melodiose le chiese: - Subito. Al vostro servizio! rispose la donna. Ed ecco che sempre la stessa pietra si solleva e Agnese vede al lume del tizzone acceso una meravigliosa mano femminile carica di anelli sporgersi e prendere il fuoco. - Oh, signora, implorò Agnese se voleste dirmi come potrei riavere la mucca che mi hanno rubato, ve ne sarei tanto grata! Io non ho nulla da dar da mangiare al mio bambino. E quella mucca mi dava tanto buon latte! - Eccoti rispose la fata questa scatoletta. Contiene grasso fatto con corna di vacca e di montone. Ungine le corde che attaccavi alla bestia e avrai quel che desideri. Come erano buone e servizievoli quelle Fate del Mare! Agnese andò a spalmare di unguento la corda a cui era legata la mucca e subito vi ritrovò legata unaltra bellissima mucca, e accanto ad essa era anche un grazioso vitellino. Quanto erano care le Fatine delle grotte!
Un giorno
che mancava il pane nella madia perché il raccolto era andato male e le bestie si erano
ammalate, Agnese diede un bastoncino al suo bimbo e gli disse:
E il bimbo,
obbediente:
Una mano
affusolata alzò la pietra e posò sul focolare una fragrante pagnotta di pane fresco.
Un pane
miracoloso quello! Più se ne mangiava e più ne cresceva. E il sapore poi! Si capiva
lontano un miglio che aveva il profumo delle mani candide delle Fate! Ma ve lho già
detto, Agnese non era egoista e del suo pane un giorno fece parte a unamica. Di
questa disobbedienza le Fate si offesero e tolsero alla loro pagnotta fragrante il
miracoloso potere di restare intatto e intiero attraverso gli anni.
|