Cola PesceColapisci: l'uomo che diventa pesce per necessità o per sceltaI ricordi di Colapesce: Fatti e leggende di mare


Un pescatore troppo curioso

Una sera un pescatore di San Jacut, passando con la sua barca accanto alla scogliera di Cosseu, udì venire liete risate da una piccola ansa della roccia.

Il pescatore era molto curioso, e per scoprire quali erano le ragioni di quelle risate, si nascose tra gli scogli con la sua barca. Scorse cosi alcune donne bellissime e riccamente vestite che uscivano da una grotta che si apriva tra le rocce: non c’era dubbio possibile, si capiva subito che quelle erano Fate. 
Le Fate ridevano e gesticolavano, parlando tra loro una lingua sconosciuta.

Chi sa che cosa avrebbe dato il pescatore per capir quel che dicevano!
Ed ecco una delicata Fata cavar fuori da un nascondiglio tra le rocce un vasetto che doveva contenere un unguento prezioso. Con quello le Fate si spalmarono gli occhi e immediatamente cambiarono forma: divennero povere donne qualunque, vestite come mogli di pescatori, e sempre ridendo e parlottando nella lingua sconosciuta, si avviarono verso il paese.

- E se mi ungessi anch’io con quell’unguento? – disse tra sé il pescatore, a cui lo spavento di ciò che aveva veduto non aveva tolto affatto la curiosità, anzi se mai l’aveva acuita.

Tprre Faro - 2003Si arrampicò tra gli scogli, ritrovò il nascondiglio, ne trasse fuori il vasetto d’unguento e – tanto per provare – si unse con quello un occhio solo: non ebbe il coraggio di ungerseli tutt’e due, non sapendo che cosa poteva accadere.
Giunse in paese che le Fate dovevano esser giunte da poco: infatti col suo occhio magico le riconobbe subito sotto il loro travestimento: le Fate fingevano di esser mendicanti e chiedevano l’elemosina; ma in verità spiavano nelle case e gettavano sortilegi.

Dovevano essere Fate cattive e certo odiavano le creature umane: bastava vedere con che occhi terribili guardavano uomini e donne, e soprattutto erano invidiose delle mamme che avevano bambini floridi e sani! Appena incontravano una di queste mamme felici, le accostavano col pretesto di chiedere l’elemosina, e intanto accarezzavano il piccino: questo subito, sotto le loro malefiche carezze, avvizziva e cominciava a piangere. Alla sera molti bambini di quel paese erano a letto malati e febbricitanti.

Il pescatore non riuscì a dormire tutta la notte, e la mattina dopo andò coi suoi compagni a pescare sul mare. Ma il suo occhio magico gli fece vedere le Fate malefiche che guizzavano nell’acqua sotto forma di pesci: le perfide facevano ogni sorta di dispetti ai marinai: imbrogliavano le reti, portavano via l’esca dagli ami, mescolavano gli ormeggi, spaventavano i pesci a ciò che si allontanassero dalle barche dei pescatori.
Il nostro uomo vedeva tutto, ma non aveva il coraggio di parlare e di denunciare le Fate cattive ai suoi compagni. Temeva che le Fate potessero nuocergli.

Il giorno dopo c’era una gran fiera a Ploubalay. Il pescatore vi si recò, come faceva tutti gli anni; ma col suo occhio magico riuscì subito a distinguere tra la folla le Fate. Ormai egli le riconosceva sotto qualunque travestimento, come se appartenesse alla loro razza. 
Alcune facevano le sonnambule e predicevano la buona ventura, altre vendevano polverine insidiose che certo dovevano rovinar la salute a chi era cosi sciocco da comprarle, altre infine tenevano giuochi d’azzardo per spogliare dei loro averi i ricchi campagnuoli ingenui che si lasciavano prendere al laccio.
Stretto di Messina -Torre Faro - 2004 - Alberto BiondiIl nostro pescatore si guardava bene dal prender parte a quei giuochi o dall’accostarsi comunque a quelle malvagie Fate. E così bene evitava ogni loro insidia, che alla fine esse cominciarono a sospettare di lui. Egli le vide irritate parlottare fra loro e indicare la sua persona: qualcuna gli passò vicina e cominciò a fissarlo in viso, con uno sguardo cosi torvo che faceva venir le vertigini al povero giovane!

Questi pensò allora di allontanarsi prudentemente da quel luogo; ma aveva fatto pochi passi fuori del paese, quando vide venirsi incontro una giovane con una bacchetta in mano: riconobbe subito che era una Fata e tentò di evitarla; ma quella gli si parò innanzi e con la bacchetta magica lo colpì proprio sull’occhio sinistro che aveva spalmato di unguento.

Il pescatore divenne immediatamente cieco e muto. Cosi venne dalle Fate punita la, sua curiosità. Certo, non bisogna interessarsi troppo dei segreti e dei fatti degli altri, perché alla fine ci si scapita sempre.

 

   

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