Il pesce dargento
La Regina degli Smeraldi amava molto i pesci e nello stagno di
fronte al suo palazzo aveva fatto mettere pesciolini doro e dargento. Ogni
giorno ella stessa si recava a portare loro una focaccia confezionata dal suo primo cuoco
e spesso si fermava sulle rive a parlare con essi. Le rane, che abitavano in una vecchia
sorgente del giardino, erano invidiose della predilezione che la regina dimostrava per i
pesci.
- Che bisogno aveva la regina di pesci doro e dargento? si chiedevano offese.
Non siamo meglio noi che parliamo e saltiamo, mentre quelli sono muti e non
sanno fare il più piccolo salto?
La più vecchia delle rane, Bulrus, osservò:
- Inoltre noi corriamo il pericolo di rimanere allasciutto, perché lacqua scorre dalla
nostra sorgente allo stagno. Bisogna porvi riparo.
- Bene, benissimo applaudirono le rane, e complottarono nel fondo vischioso dello
stagno a danno dei pesci.
Un giorno la regina venne sulla riva dello stagno e disse ai pesci:
- Cari pesciolini, devo lasciarvi per qualche giorno, perché vado a trovare mia figlia sposata
al Re dei Diamanti. Voi dovete promettermi di essere buoni anche durante la mia assenza e
di ubbidire a quello di voi che nominerò Re.
A queste parole tutti i pesci vennero a galla impettiti e seri per farsi scegliere.
La Regina scelse un
piccolo pesciolino dargento, il più piccolo di tutti, e lo nominò Re dei pesci,
dopo avergli messo al collo un collare di filo doro con uno smeraldo nel mezzo.
Quindi fece giurare agli altri pesci dello stagno di ubbidire al piccolo sovrano.
- Se il pesciolino dargento morrà o perderà il collare, lacqua si ritirerà, dallo
stagno e voi tutti morrete aggiunse poi.
Quindi la regina partì.
Per una settimana tutto andò bene. Il cuoco preparò la solita focaccia per i
pesci, e il primo ministro venne ogni mattina in persona a portarla fino allo stagno. Ma un giorno il
primo ministro pensò:
"Perché proprio io, primo ministro, devo alzarmi allalba e portare ai pesci la focaccia? Che
gliela porti il cuoco", e rimase a letto.
Il cuoco pensò:
"Questa buona focaccia è proprio sprecata per i pesci, mentre mio figlio deve mangiare pane
semplice!". Perciò diede la
focaccia al figlio e il pane ai pesci. Quando questi si accorsero del cambiamento,
protestarono vivacemente e non vollero toccare nemmeno una briciola di pane.
- Ah, è così? - disse il cuoco
ebbene, non vi porterò più nulla e darò a mio figlio pane e
focaccia.
Se ne andò e da quella mattina non si fece più vedere.
I poveri pesci che digiunavano ormai da qualche
giorno, avevano una gran debolezza e si sarebbero accontentati di qualsiasi cosa da
mangiare, anche del pane. Scontenti, affamati, litigavano tra loro e se la pigliavano con
la Regina che li aveva abbandonati, col cuoco, col primo ministro e persino col pesciolino
dargento che accusavano di aver fatto lega con i traditori. Il poveretto, schernito,
minacciato, si rifugiava nel fondo dello stagno e sospirava attendendo il ritorno della
Regina.
Le rane della sorgente sapevano dellassenza della Regina e della discordia
che regnava nel campo avversario, perciò pensarono che era giunto il momento di agire.
Bulrus fece raccogliere dalle rane più giovani le erbe più forti che potessero trovare e
con esse costruì una grande rete. Poi si recò nei pressi dello stagno e riuscì a far
amicizia con un pesce doro, che gli svelò il segreto del pesciolino dargento
e del collare magico che esso portava.
- Se il pesce muore o perde il collare, lacqua si ritirerà, dallo stagno aveva detto
il pesce doro, e perciò le rane decisero di impossessarsi del piccolo re.
Il giorno dopo trascinarono la rete giù allo stagno e la gettarono nellacqua.
Poi al momento
buono, a un segno di Bulrus, la rete fu tirata su e comparve alla superficie carica di
pesci doro e dargento che furono gettati in mucchio sulla spiaggia.
- Ora cerchiamo tra questi il pesce dargento col collare e con lo smeraldo; trovatolo, lo
uccideremo, dopo avergli tolto lo smeraldo magico. Così lacqua si ritirerà dallo
stagno, e tutti i pesci morranno disse Bulrus, e le rane si misero
affannosamente alla ricerca del Re dei Pesci.
Per fortuna il pesciolino dargento aveva sentito le parole di Bulrus e si era ricoperto di fango,
tanto che appariva tutto nero; poi, adagiatosi supino per nascondere lo smeraldo, era
rimasto immobile per sembrar morto.
Intanto le rane pigliavano a uno a uno i pesci e,
quando li avevano esaminati da ogni lato e si erano assicurate che non portassero alcun
collare, li buttavano in acqua. Infine venne la volta del pesciolino dargento.
Una rana lo afferrò, lo rivoltò da ogni parte e vedendolo così nero e immobile, lo gettò
in acqua senza alcun sospetto. Appena al sicuro nello stagno, il reuccio cominciò a
guizzare via veloce.
Il fango, per lazione dellacqua scomparve, e il piccolo
vestito dargento brillò e così pure il collare doro con lo splendido
smeraldo.
Immaginate la rabbia delle rane quando si accorsero che il pesciolino prezioso
era sfuggito alle ricerche; il più adirato di tutti era Bulrus che gridava, insolentendo
i compagni e dando loro degli sciocchi
I pesci doro e dargento che erano usciti sani e salvi dallavventura avevano avuto tanta
paura che pregarono il pesciolino dargento di perdonarli.
Lindomani tornò la
Regina e, quando seppe che i pesci dello stagno erano stati lasciati senza mangiare,
depose il primo ministro e congedò il cuoco.
Inoltre chiuse la sorgente, in modo che le
rane non potevano più uscire fuori a far danni.
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