Acanthocybium
solandri (Cuvier, 1832)
Specie
pelagica e tropicale diffusa negli oceani, spesso
solitaria, che raramente entra nel Mediterraneo.
Ha un
corpo affusolato e molto allungato,
coperto da scaglie piccole e che richiama vagamente
quello della palamita. Il muso è anch'esso molto lungo.
La
bocca è grande
e triangolare, con
denti fitti e finemente seghettati.
Branchiospine assenti.
E'
dotato di vescica natatoria.
Le pinne dorsali sono due: la prima è lunga e con raggi
corti; la seconda, posta a poca distanza dalla prima, ha
una forma triangolare ed è quasi simmetrica alla pinna
anale. Nella parte posteriore del corpo vi sono 9
pinnule superiori e 9 inferiori. La caudale è falcata e
abbastanza grande e con i lobi a punta. Le pinne
pettorali e ventrali sono relativamente piccole. Non vi
è corsaletto evidente
D1=23-27; D2: 12-16; A 2, 10-12; Vertebrae: 62 - 64.
Foto in
commons.wikimedia.org
Il colore del
dorso è verde-blu intenso
con riflessi metallici, mentre i fianchi e il ventre sono più chiari.
Negli esemplari più giovani sono evidenti 24-30 barre
verticali di colore grigio-blu, che si
estendono al disotto della linea laterale.
Le uova e le larve sono pelagiche.
Si nutre di pesci e calamari. Si pesca accidentalmente, tranne che nella pesca
sportiva nell'Atlantico. Raggiunge i 2.50 m di lunghezza
e può superare gli 80 kg.
Carne di ottima qualità
Le segnalazioni in Italia sono rare.