Bathytoshia centroura (Mitchill, 1815)
E' una delle più grandi del genere esistenti al mondo
Disco sub-quadrangolare, più largo che lungo, con
i margini anteriori sono quasi dritti e quelli posteriori
ondulati leggermente,
mentre gli angoli posteriori sono chiaramente arrotondati. Rostro poco o per
niente sporgente e occhi piccoli, spiracoli ampi. Sul dorso si trovano disseminati aculei e
bottoni spinosi, anche sulla parte esterna posteriore del disco.
La bocca si apre sul lato ventrale, che è liscio, e al suo
interno vi sono 5-6 papille carnose. Nelle mascelle vi sono denti smussati
con base tetragonale e disposti a mosaico (sette file
nella mascella superiore e 12-14 file in quella inferiore); Nei maschi maturi i
denti sono bassi e conici.
Non ha pinne dorsali e le pinne ventrali
sono poco sporgenti, basse e non molto visibili.
La coda è a frusta e
lunga fino a due volte e oltre il disco
e, nella sua meta anteriore, è rivestita da righe di
piccole spine e di placchette spinose
Uno o più aculei
seghettati e velenosi si trovano inseriti sul lato dorsale della coda (in genere due
sovrapposti). Presente una lunga plica membranosa cutanea nella
parte inferiore della coda.
Colore olivaceo-marrone più o meno scuro.
Negli esemplari vivi o o pescati da poco la coda è nerastra.
Gli esemplari giovani e lisci sono in genere più chiari. Il lato
ventrale è
bianco marginato più o meno estesamente di scuro.
Vive su fondali sabbiosi e fangosi abitualmente tra i 3 e i 50 m, ma si può
spingere fino 200 m. Di giorno si adagia sul fondo e d'estate si avvicina alla
costa. La riproduzione è ovovivipara
e avviene una volta l'anno; dopo un gestazione di 4 mesi partorisce, in
autunno-inverno, da 2 a4 figli, con disco di 34-36 cm. Si cattura
occasionalmente con reti da traino e da posta e palangari.
Si nutre di pesci e invertebrati bentonici. Può
raggiungere quasi i 4 m di lunghezza e i 2 di
larghezza (comunemente tra 1.3 e 2.1 m).
Per l'alimentazione umana viene utilizzato fresco. affumicato e salato.
Per la conservazione della specie, viene considerata una specie "a rischio".
Potenzialmente pericoloso, ma non letale, per bagnanti e pescatori, a seguito di
una puntura molto dolorosa delle spine caudali.
Presente su tutte le coste italiane, più rara in Adriatico, più comune in Sicilia.
Nomi dialettali
GENOVA
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Ferrassa, Neigra
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LIVORNO
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Ferraccia
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ROMA
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Brucco
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NAPOLI
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Mucho spinoso
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TARANTO
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Dragone
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VASTO
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Vuyrchie
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PESCARA
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HUrchje
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FANO
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Tomazzo
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VENEZIA
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Matana
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CAGLIARI
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Ferrazza
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MESSINA
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Bugghiu niru
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CATANIA
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Vastunaca
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MOLFETTA
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Protene
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PALERMO
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Vastumaca spinosa
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