Centrophorus granulosus (Bloch & Schneider, 1801)
Ha corpo fusiforme, muso allungato e depresso,
lembo nasale breve.
Il corpo è ricoperto di denticoli dermici molto ruvidi, ma
non acuminati e disposti molto vicini tra loro, a mosaico, non
sovrapposti. Occhio grande ed
ellittico, spiracoli ampi col margine inferiore allo stesso livello di
quello superiore dell'orbita oculare.
La bocca è
armata da
denti di forma differente sulle due mascelle, di cui 40
superiormente e 30 inferiormente, questi ultimi col margine lievemente
seghettato. Le aperture nasali sono ampie e più vicine all'estremità del
muso che alla bocca.
Le pinne dorsali sono due, simili tra loro, con apice posteriore
allungato e appuntito e una
spina robusta
iniziale. L'apice posteriore della seconda dorsale arriva
quasi al lobo superiore della caudale e si spinge oltre l'altezza
dell'inizio di quello inferiore. L'anale manca e la
caudale ha i lobi ben distinti, con quello superiore dotato di una netta
incisura sub-terminale. Le pettorali sono ampie, in genere
un po' sfrangiate e
con l'apice posteriore allungato e appuntito. Quello
posteriore delle pelviche arriva all'altezza dell'inizio della seconda dorsale.
Foto in
www.mnhn.fr/iccana
La
colorazione è grigio violacea, più
scura sul dorso e più chiara sui fianchi,
bianca sul ventre. La pupilla è verde giada.
E' una specie batipelagica che usualmente vive su tra i 200 e i 600 m su
fondali fangosi, ma può scendere a profondità superiori a 1400 m, come
pure risalire sulle secche a coralligeno a profondità di 50-100 m. Si
riproduce durante
tutto l'anno e il periodo di gestazione forse
raggiunge i 2 anni. Le femmine contengono, nella capsula, sempre un
solo uovo fecondato, e quindi un solo embrione nell'utero,
che alla nascita misura tra 30 e 40 cm.
Si nutre di pesci bentonici (nasello, pesci lanterna, aringhe, latterini),
crostacei e calamari. Si pesca con i palangresi di fondo e
con reti a
strascico. La carne non è buona,
ma viene ugualmente mangiata fresca, essiccata o affumicata; il fegato è ricchissimo di olio limpido ma
povero di vitamina A. Una volta il sagrì era molto ricercato
per la pelle. Arriva ad un massimo di
160 cm di lunghezza totale. E'
improbabile che possa venire a contatto con l'uomo. Per la conservazione
della specie viene considerato "vulnerabile"
Sulle coste italiane è molto comune in Sicilia e nel Tirreno, ma
non nell'Adriatico.
Foto
di Cambraia Duarte in
tubaroes.com.sapo.pt
Foto in
www.ictioterm.es
Revision of the genus Centrophorus (Squaliformes:
Centrophoridae):
Part 1 - Redescription of Centrophorus granulosus (Bloch &
Schneider), a
senior synonym of C. acus and C. niaukang
WILLIAM T. WHITE, DAVID A. EBERT, GAVIN J.P. NAYLOR, HSUAN-CHING HO,
PAUL CLERKIN, ANA VERÍSSIMO & CHARLES F. COTTO
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