Carcharodon carcharias
Linneo, 1758
Corpo
fusiforme, rigonfio centralmente, con muso conico, breve e terminante a punta.
La pelle è coperta da piccolissime scaglie carenate con tre punte.
Gli occhi sono piccoli e neri, le narici sono vicine alla bocca. Le aperture branchiali sono ampie e
e lunghe, la quinta termina prima della pinna pettorale.
La bocca, su ogni mascella, ha circa una dozzina
di denti triangolari e col bordo seghettato.
La prima dorsale è a forma di triangolo equilatero e si inserisce dopo i margini
interni delle pettorali. La seconda dorsale
è molto piccola e si inserisce prima dell'anale. Le pettorali sono grandi, falcate e con apice esterno più
acuto. Le ventrali, si inseriscono molto indietro, vicino all'anale, sono piccole e
si notano poco. Il peduncolo
caudale è appiattito dorso-ventralmente e si
allarga lateralmente in modo carenato.
La caudale è lunata e grande. Non ha spine dorsali o
anale.
Foto in
www.mnhn.fr
Foto in
animaldiversity.ummz.umich.edu
Colore
grigio piombo o grigio nero, scuro sul dorso, più chiaro sui fianchi e
bianco nella parte ventrale. Le pettorali hanno nella parte
inferiore una macchia nera all'apice e in aggiunta può esserci un'ombra
scura in prossimità dell'ascella.
E' un grande nuotatore pelagico subtropicale che, solitario o
in piccoli gruppi, si avvicina anche alle coste; normalmente frequenta
la colonna d'acqua tra 0 e 250 m. Grazie al suo nuoto, simile a quello
degli scombridae, è capace di mantenere una velocità di crociera per
lunghi periodi, ma se necessario è in grado di brevi e potenti scatti
durante l'attività predatoria. E' ovoviviparo e gli embrioni
si nutrono del sacco vitellino e, probabilmente, di uova non fecondate o
altri embrioni. La gestazione avviene forse lontano
dal gruppo e mette alla luce da 7 a 14 piccoli di circa 60 cm. E'
considerato il pesce maggior predatore e si nutre di tutto ciò che
incontra, compreso le carogne animali e i rifiuti.
Si cattura ogni tanto con reti da posta (bestinare) o con parangali dotati di grossi
ami e braccioli in cavetto di acciaio. La sua carne è considerata non molto buona
e viene sfruttato, soprattutto, per le sue pinne, la pelle, l'olio di
fegato; molto ricercati sono i denti e le mascelle.
Arriva fino a 8 m di lunghezza e oltre 3 tonnellate di peso. E' sicuramente lo
squalo più pericoloso per l'uomo; i suoi attacchi spesso si limitano ad
una mutilazione di arti che può portare alla morte per dissanguamento.
Non si spinge ad oriente oltre la Sicilia. Rarissimo nel basso
Adriatico.
Foto in
www.pelagic.org |
www.vivanatura.org |
www.scuba-equipment-usa.com
Nomi
dialettali
GENOVA
|
Pescio
can |
LIVORNO
|
Pesce
hane |
ROMA
|
Canesca |
NAPOLI
|
Mangia
alice, Darniano |
OLBIA
|
Canusu |
CAGLIARI
|
Pisci
cani |
MESSINA
|
Pisci
bistinu, Pisci cani |
CATANIA
|
Tunnu
palamitu di funnu |
|