I Pesci dei Mari d'Italia
 

Classe: Actinopterygii

GHIOZZETTO
GROSSE  SCAGLIE
Ghiozzo gattopardo

Ord. GOBIIFORMES

Fam. Gobiidae  / Gobiinae

Gen. Thorogobius


 

Thorogobius macrolepis   (Kolombatovic, 1891)
Specie, forse, meno rara di quanto è dato da sapere

Corpo leggermente meno affusolato del Thorogobius ephippiatus, ricoperto da scaglie, tranne l'area predorsale e la testa.  Lungo la linea laterale si contano 27-28 scaglie. Occhi sporgenti e spazio interorbitario molto ridotto.
La prima e seconda pinna dorsale sono distanziate e di altezza quasi uguale.
La formula dei raggi è la seguente:
D1 VI; D2 I+11; A  I+10; P 17-18.


Foto di Stefano Guerrieri


Foto di Stefano Guerrieri

 

Foto di Stefano GuerrieriCorpo grigio rosa, con sfumature azzurre verso la coda e il ventre, con numerose macchie arancio, di cui 5 più grandi e più marcate lungo i fianchi. Presenti delle striature e macchie azzurre.
Le pinne dorsali sono trasparenti e sono attraversate da fasce orizzontali (sulla seconda dorsale interrotte) arancio ed azzurre, di cui l'ultima, posta ai margini superiori, è molto evidente.
Le pettorali  e le pelviche sono trasparenti, con lieve sfumature azzurre. La caudale è striata verticalmente.
Questa specie può essere confusa con le altre due specie di gobidi punteggiati di arancio. Le macchie arancio-marrone e la punteggiatura della specie atlantica differiscono dalle macchie arancio leggero e dai punti delle specie mediterranee (Gobius kolombatovici  e Thorogobius macrolepis).   Il T. macrolepis differisce dal Gobius kolombatovici in quanto gli manca la macchia nera nell'angolo del posteriore della prima dorsale e la punteggiatura nello spazio predorsale.
L'alimentazione, probabilmente, è a base di microfaruna bentonica. Non ha valore commerciale e, a causa delle sue abitudini e del suo habitat,  è difficile pescarlo con sistemi tradizionali. Raggiunge i 6.5 cm.
E' specie tipica del Mediterraneo ed è stata osservata la prima volta nel 2003 ad Oludeniz e poi, nel 2005, a Bodrum e a Bozyazi.  Osservato in acque relativamente profonde, sotto i 25 m profondità e fino ai 50 m, su fondi detritici o sabbiosi, all'ingresso di buchi o di cavità di formazioni coralligene. Avvistato anche all'interno di grotte marine con il substrato roccioso.  All'avvicinarsi dei sub, si mette al sicuro rapidamente nel suo rifugio.
Prima era noto per l'Adriatico settentrionale, ma adesso, grazie ad osservazioni più mirate e negli habitat giusti, dimostra di avere una distribuzione più larga, che vede interessati l'Adriatico centrale e meridionale, il Mar Jonio e il Mar Ligure ed altri areali Europei.


L'esemplare delle foto è stato ripreso, di notte, da Stefano Guerrieri a Calafuria (Livorno),
su un fondale  fangoso di 40 m. Le dimensioni sono state stimate intorno a 5 cm


Foto di Piero Mescalchin

Il Thorogobius macrolepis potrebbe essere confuso L. friesii o con G. Kolombatovici

Lesuerigobius friesii

Foto di Miki Noren  in fishbase

Gobius kolombatovici
Foto in fishbase


Nomi dialettali: confuso con altri congeneri

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Gobiiformes


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