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La datazione dell'opera resta
incerta, ma la maturità espressiva farebbe intendere che sia plausibile il
1475. E' probabile che iconograficamente Antonello si sia rifatto ad un
Cristo benedicente di Rogier van der Weyden; comunque la tipologia resta di
derivazione bizantina e anche il Memling ne ripropone una molto simile.
Lo scorcio mirabile delle mani evidenzia come Antonello avesse una
percezione spaziale notevole e una modernità che riporta al Rinascimento
Italiano.
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