Nulla!
Nulla!...
Sera matrigna!. Rannicchiato in anfratti di lamiere infernali, il mio corpo sussulta ad ogni timido bagliore, che giunge da strade oscure e che fa impazzire il cuore. Ma, appena le luci di altra vita si perdono per vie lontane, la disperata attesa naufraga e, naufragando, mi chiude in ore tarde di rimpianto..
E'
già notte partorita da una matrigna sera... In questi borghi, mi ha portato, un'altra volta, l'urgenza di trovare un piccolo raggio per Medea, ma mi accorgo di essere diventato servo di spasmi segnati da un amore sconosciuto, inspiegabile ed assoluto. Al suo cospetto i miei mille anni e le strade percorse nella vita hanno perso le orme delle storie vissute, sbiadendole nel dolce lancinante dolore che mi assale. Cercare... Cercare ancora una volta sola il raggio di luce che lei aspetta, lo stesso di quello che a me manca. Cercare e aspettare le sere e poi le notti, non importa se matrigne o materne, in quanto, sono sicuro, col tempo diverranno solo notti amanti. Se così non sarà, improvviso ed inaspettato piomberà il dolore in città. Il fiume di fuoco mi sarà complice e dissolverà questa colonna inutile e corrotta, le mie spalle stanche lasceranno il peso di un tempo non vissuto e le acque nere dello stretto si alzeranno violente dal fondo per precipitare su anime e parvenze, portando morte e distruzione, la stessa, ma forse meno, di quella che mi resterà, per sempre, nel cuore... Ma, finalmente, sarò libero da questa maledetta dedizione a terre ingrate e, se vuoi, ti potrò portare via, con i capelli fluenti tra sogni ed emozioni, e, tenendoti per mano, lasceremo il frastuono della gente. In queste profondità solitarie ed eterne, magica Medea, sorgente e fine di ogni amore, saremo orfani del tempo... Nessuno ci potrà più trovare.
Cola
|