La mia
casa
Vorrei uno scatolone per farci casa. O un guscio di noce o una
conchiglia regalata da marosi.
La mia casa di scorta, il mio angolo rannicchiato.
Porterei con me le scarpe d'argento e i colori del mondo, il caldo per
l'inverno e il mare per l'estate.
Ruberei la musica ai cantanti e i libri agli scrittori.
E da lí dentro potrei sentire lo squarcio di tempesta e i graffi del
vento, i passi della notte
e le parole di troppo.
Oserei l'ascolto del lupo, il fruscio di foglie orfane di albero, il
boato del Maelstrom, il fiato dell'incognita.
Spierei l'amore, per capire dove inizia e dove finisce e l'odio per
capire perché inizia e perché non finisce.
Mangerei il mio pianto per dare forza al mio sorriso e inventerei la mia
nuova solitudine.
E poi ballerei sulle mie scarpe d'argento e canterei la musica del mondo
per essere pronta, di nuovo, ancora, a sfidare l'infinito limite del mio
limite
Pelorias
dm
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