Giufà e i maiali
Un
giorno quando Giufà
tornò dalla madre, la povera donna gridò:
- Giufà non ti voglio più vedere! Domani ti cercherò
un altro lavoro!
La
mattina seguente la madre andò da un proprietario terriero e fece assumere Giufà come
guardiano di maiali.
L'uomo mandò Giufà in un bosco molto lontano e gli ordinò di
accudire i maiali e di riportarli indietro soltanto quando questi sarebbero stati ben
pasciuti.
Giufà rimase per quattro mesi nel bosco, e quando i maiali furono assai grassi
e pronti per esser trasformati in leccornie, tornò a casa.
Sulla
strada del ritorno incontrò un macellaio al quale chiese:
-
Volete comprare questi bei maiali? Ve li darò a metà prezzo se mi consegnerete le
orecchie e le code!.
Il
macellaio acquistò l'intera mandria. Sborsò un sacco di denaro e, come d'accordo, diede
a Giufà anche le orecchie e le code.
Giufà andò allora nei pressi di una palude, prese
due orecchie e le fissò nel fango, poi a due palmi di distanza mise una coda. Continuò
così finché non ebbe esaurito orecchie e code.
Poi
corse dal proprietario terriero gridando disperato:
-
Ah padrone, che disgrazia mi è capitata. Avevo allevato con tanta cura i vostri maiali,
erano cosi grassi e belli! Eravamo già sulla via del ritorno quando sono caduti dentro a
una palude: dalla fanghiglia ora sporgono soltanto le orecchie e le code!
Il
padrone e la sua gente si recarono in gran fretta alla palude per tentar di salvare i
maiali. Nel cercar di tirarli fuori li afferravano per un orecchio o una coda, ma dopo
ogni tentativo gli restava in mano soltanto un moncherino.
-
Vedete padrone - gridò Giufà - come erano belli i vostri
maiali. Avevano tanto grasso, e tutto è andato perduto nella palude!
Così
il proprietario tornò a casa senza maiali, mentre Giufà portò il denaro a sua madre e
per un po' di tempo rimase con lei.
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