Il turbante di Giufà

Un conoscente diceva sempre a Giufà che per diventare ricchi non bisognava spendere soldi per mangiare e per la casa.
Ogni volta che i due si incontravano, il conoscente ripeteva sempre la stessa storia.
Un giorno Giufà stufo di sentirlo sbottò e gli disse:

- Tu sarai pure diventato ricco, ma non ti accorgi che chiedi in prestito tutto quello che ti serve, che ti vesti da pezzente e che non fai altro che accumulare denaro? Vuoi proprio farmi diventare come te?

Il conoscente avaro rispose:
- Giufà, guarda quanti soldi ho! E tu, invece, non hai niente! Pensaci!.

Allora Giufà gli chiese
- Che valore può avere il denaro per te se poi non lo usi?

Il conoscente con aria cupa disse:
- Basta vedere quanto brillano le monete! La loro luce riempie gli occhi 

Un giorno, nel restituire l'asino che aveva chiesto in prestito, l'avaro chiese a Giufà una moneta, che aveva speso per dar da mangiare all'animale.

Giufà arrabbiatissimo disse:
- Hai una bella faccia tosta. Ti presto l'asino tutte le volte che me lo chiedi, non ti ho mai chiesto nulla e adesso non ti vergogni a farti pagare un po' di orzo. Mi fai proprio pena. Tieni la moneta, ma non chiedermi più nulla!

L'avaro prese il denaro e se ne andò, ma Giufà pensò bene di vendicarsi.

L'indomani, Giufà comprò un bel turbante che si mise subito in testa. Poi, entrò in una trattoria e pagò anticipatamente un pranzo per due. Subito dopo, al mercato, comprò un asino, ma non lo prese con sè e acquistò della frutta senza ritirarla.
Fu così che
Il giorno dopo Giuha andò al mercato, comprò un nuovo turbante, si diresse verso il ristorante e pagò in anticipo il conto per due persone. Andò poi al mercato degli asini e pagò in anticipo il costo di un asino. Andò dal fruttivendolo e pagò, ancora in anticipo, il costo di un po' di frutta.
In altri negozi fece la stessa cosa. Giuha, naturalmente si era messo d'accordo con tutti i negozianti, dicendo che sarebbe venuto a prendere quello che aveva pagato: come segno di riconoscimento avrebbe toccato il suo turbante.

Il giorno dopo l'avaro incontrò Giuha e disse:
- O Giuha, è un bellissimo turbante quello che hai in testa! Quanto costa?!

Giuha rispose:
- È il turbante della generosità, è il turbante della ricchezza e non ha nessun prezzo, mio caro vicino.

- Cosa intendi, Giuha? -  chiese l'avaro.

- Vieni con me e ti faccio vedere! -  disse Giuha.

Andarono insieme al ristorante; dopo mangiato Giuha toccò il suo turbante.
-
Tutto a posto, Giuha, grazie e arrivederci -  disse il padrone del ristorante. 

Giuha fece la stessa cosa con tutti gli altri negozianti e le loro risposte erano sempre:
- E' tutto a posto, prendi pure la merce!

L'avaro meravigliato chiese:
- Quanto vuoi, Giuha, per il turbante? E' un vero tesoro!

Giuha propose:
- Posso dartelo in cambio di casa tua.

- Va bene, non c'è nessun problema; tanto, con questo magico turbante posso comprare tutte le case che voglio -  rispose l'avaro.

 

 

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