Dal tintore
-
Giufà, fammi un favore, figlio mio. Prendi
questo pacchetto e portalo al tintore
- Chi è il tintore?
- Quello che tinge i vestiti, il tintore. Fai attenzione: dentro c'è una
giacca e uno scialle. Con i mezzi a nostra disposizione, non
possiamo acquistarne di nuovi. Dobbiamo
accontentarci.
- Ma dov'è questo tintore?
- Ma sai, quello che aveva tanti colori nella sua finestra. È semplice: vai
dritto, poi svolta a destra e subito a sinistra. Continui per un po'
su questa strada e giri a sinistra. Lì dietro l'angolo troverai la
tintoria. Hai capito ?
- Non sono esattamente un idiota. Bene me ne vado.
- Non così in fretta, cosa gli dirai?
- Che mia madre gli manda questo pacco di vecchi
vestiti ...
- Perché vecchi vestiti? Sono di buona qualità
- Va bene, quindi mia
madre le manda questo pacchetto di cose buone da tingere e la prenderemo tra
due mesi
- Cosa intendi per due mesi? sei pazzo, una settimana sarà sufficiente
- Come desideri, una settimana, tra una settimana tornerò
a prendere il pacco.
- Bene, figlio mio, mi piace vederti sveglio così. Per i tuoi problemi avrai
un soldo e un po' di uvetta
Ed eccolo qui, il nostro eroe, con il sapore
dell'uvetta già in bocca. E immaginando che stesse beccando ogni
chicco, il tempo passava più veloce.
Andò dritto, poi svoltò a destra e subito a sinistra, fece molta strada, poi
alla fine girò a sinistra. Ma della casa non
un'ombra: era in campagna.
- Eppure ho fatto bene come mi ha detto mia madre
- si disse.
Quindi ci ha pensato un po' e per la prima cosa si
grattò la testa. Che cosa avrebbe
potuto fare?
Non c'era motivo di guardarsi attorno meglio: non c'erano case nelle
vicinanze. Potrebbe essere che sua madre lo prenderà
in giro? ma in questo caso non sembrava proprio di
meritarselo. Povero Giufà!
Stanco di girare a vuoto si sedette per riposare un
po'. E pensando alle uve che non avrebbe avuto, si sentì ancora più
abbattuto. Fu allora che vide un muro a secco
dall'altra parte della strada, quasi distrutto; e in questo muro,
per la luce che passava attraverso delle pietre mancanti, gli sembrò di
vedere una finestra e oltre la finestra ebbe l'impressione di vedere
qualcosa di colorato, di molto colorato
Non poteva che trattarsi del tintore.
Completamente rassicurato, si avvicinò e iniziò il suo bellissimo discorso:
- Ciao tintore
Ma questo tintore doveva essere
un vero orso, perché
non gli ha risposto.
- Non importa - si disse
Giufà e continuò:
- Mia mamma ti manda questo pacco con
buoni vestiti da tingere, perché non
possiamo permetterci di comprarne di nuovi.
Ti chiede di fare la tintura entro una settimana
E il tintore, ancora, non rispondeva
- Deve essere stupido - pensò
Giufà.
Ora poteva chiaramente vedere
il tintore attraverso la finestra, con tutti quei colori
mentre glissava rapidamente.. E tutto rannicchiato,
ha persino tirato fuori la lingua a Giufà. E questa familiarità gli è
piaciuta molto.
D'altra parte, le piaceva molto meno sua madre
- Mi hai rovinato, mascalzone, mi hai rovinato
- urlò
Come è stato possibile? ha fatto solo ciò che sua madre gli aveva detto di
fare.
- Non era il tintore, era un serpente che hai visto!
- Ma se aveva tutti quei colori nella finestra?
era il tintore, ne sono sicuro. E inoltre, torno a vederlo adesso
Sua madre non si prese la briga di replicare nulla con lui, d'altra parte
afferrò il bastone che Giufà conosceva bene. Parò il colpo e si abbracciò le
gambe. Tornò dal tintore e questa volta non esitò sulla via da seguire.
Quando arrivò, gridò
- Ehi, amico, ehi amico
Ma nessuna traccia di lui, e anche il
pacchetto era sparito.
Il che fece pensare a Giufà che il tintore aveva
preso i vestiti per tingerli e che tutto era in
ordine e che praticamente aveva ragione.
Al suo ritorno, vi farò indovinare come sua madre gli
ha mostrato, tuttavia, che aveva torto e che era lei che aveva ragione.
www.colapisci.it
|