Pagellus acarne (Risso, 1827)
Ha
corpo più slanciato,
oblungo e ricoperto da scaglie col margine libero posteriore
spinulato, che lungo la linea laterale, marcata e parallela al profilo, sono 70-72, di cui
la prima è più sviluppata. La testa è più lunga che alta e il muso
è più lungo e meno
schiacciato di quello del
P. bogaraveo. Anche l'occhio è
più piccolo.
La bocca non è molto grande e in ambedue le
mascelle esistono denti centrali cardiformi,
che di lato diventano molariformi. Sul vomere e sui
palatini non vi sono denti.
L'unica pinna dorsale ha inizio sullo stesso asse in cui si
originano le ventrali e le pettorali; la prima parte ha
12-13 raggi spinosi (il primo raggio
spinoso molto più basso del secondo) e decresce in altezza per tutta la
lunghezza; la seconda parte ha 10-12 raggi molli, che
inizialmente sono più alti dei ultimi raggi spinosi e, poi, tornano a decrescere.
L'anale ha 3 raggi spinosi che sono più corti dei 9-10 raggi
molli che seguono; inizia e finisce leggermente dopo l'inizio e la fine della
parte molle della dorsale. Le pettorali (15-16 raggi) sono grandi e allungate.
Le ventrali (1 raggio spinoso e 5 molli) sono ampie, ma meno lunghe delle
pettorali; all'ascella si
nota una scaglia più lunga e acuminata.
La caudale (17 raggi) è grande, molto forcuta e con lobi appuntiti.
Foto di
Walter Preitano
La colorazione è grigio
argenteo con qualche sfumatura rosata
sui fianchi,
più scura sul dorso.
Il ventre è bianco argenteo. Una macchia nerastra evidente
si trova all'ascella delle
pettorali. Membrane caudale e pettorale rosee, ventrale e
anale biancastre. L'interno della bocca è giallo arancio o
rossastro.
Vive su fondali costieri sabbiosi e fangosi, specie in giovane
età, aggregandosi in gran numero. Da adulto guadagna fondali, anche di 100
m, pietrosi con vegetazione.
Nel periodo riproduttivo (estate-autunno) si concentrano in gran numero su
fondali di 15-50 metri e rilasciano uova che galleggiano
in superficie.
Si nutre di crostacei, vermi e altri
invertebrati marini. Viene preso nei tramagli, nelle sciabiche, nelle reti di circuizione, con le reti a
strascico.
Si pesca con lenze e palangresi
leggeri, di notte e meglio con luna piena, anche a profondità
inferiore ai 20 m e nei periodi riproduttivi. Ha carni gradevoli e saporite.
Nel Mediterraneo difficilmente
supera i 30 cm di lunghezza
Nei mari
italiani è abbastanza comune nel Tirreno
e nello Jonio, raro in Adriatico
Nomi dialettali |
GENOVA |
Cua-russa |
VASTO |
Lucitel |
LIVORNO |
Mafrone |
PESCARA |
Luccetelle |
ROMA |
Pagello |
RIMINI |
Alboretto |
TERRACINA |
Mafrone |
VENEZIA |
Albaro bastardo |
NAPOLI |
Mafrone |
REGGIO Calabria |
Luvuru Pagnesco |
TROPEA |
Scazzupulu |
CAGLIARI |
Pagellottu |
NICOTERA |
Loca |
MESSINA |
Scazzupulu |
SCILLA |
Mupagghiuni |
CATANIA |
Scazzubaru |
CATANZARO Marina |
Luvaru, Cacumbaru (J) |
TRAPANI |
Opa ruedra |
GALLIPOLI |
Frau |
PALERMO |
Mupa |
MOLFETTA |
Scardedde |
CORSICA |
Mufrone |
|