www.colapisci.it L'uomo che diventa pesce per necessità o per scelta


Abissi di fango


foto in daylife.com

Piove a dirotto sulla “terraferma”.
Sotto la superficie del mare la pioggia non si sente e tutto è tranquillo nel regno di Cola. Ma una sensazione di disagio e di angoscia pervade il nostro eroe.
Qualcosa di terribile sta per accadere nel mondo “
sopraleacque” dove ha vissuto prima di scegliere per rifugio eterno il mare.

Tutto ad un tratto l’acqua cristallina degli abissi in cui vive si colora di grigio. Un grigio sempre più intenso, via via sempre più tendente al nero.
Nulla è più nitido. L’acqua è diventata una densa colata di fango.
La terra si è mischiata all’acqua e l’ha corrotta. La terra dei viventi e l’acqua pura delle creature dello stretto si sono fuse e la loro amalgama ha portato la morte. Né le branchie dei pesci sanno respirare nel fango né i polmoni delle creature terrestri. Il fango ha corrotto tutto. Le terre emerse e le acque sommerse.

Cola non sa spiegarsi questa tragedia e decide dopo centinaia di anni di tornare a galla a vedere, a capire.
Lo spettacolo che gli si presenta sullo stretto è straziante. Le montagne si sono riversate nel mare, i torrenti scendono impetuosi e trascinano l’intero mondo degli uomini. Trascinano sogni, speranze, consolidate certezze.
Colate di fango continuano ad immergersi melmose nelle acque limpide dello stretto e Cola nuota, nuota per cercare di salvare qualcuno, di sorreggere chi non riesce a sfuggire alla morsa del fango.
Ma è difficile nuotare in quella melma vischiosa che tutto sporca.

Ed allora Cola fugge.
Non può rimanere ad osservare quello scempio. Fugge perché non comprende. Fugge per poter comprendere.
Torna in fondo al mare.
A fatica nella discesa negli abissi il fango incrostato si scioglie.
Sul cuore di Cola rimane una chiazza di fango indelebile.
E’ il fango del rimpianto per non aver compreso in tempo.
E’ il fango del rimorso per non aver potuto fare di più per evitare quello scempio.

Le colate di fango sono una delle più subdole forme di dissesto idrogeologico. Sono causate dal contatto di ingenti masse d’acqua con terreni friabili a base detritica o sabbioso-limosa.
Le cause delle colate di fango sono le più diverse.

Possono essere causate indirettamente dai terremoti come nel caso del Salvator dove un’intera collina imbibita dalle forti piogge, a seguito di un evento sismico ha travolto un centro abitato.

Possono, più frequentemente essere generate dalle precipitazioni copiose che, investendo versanti acclivi privi di vegetazione erodono con rapidità le coltri superficiali detritiche generando un effetto slavina che trascina, per azione di gravità tutto ciò che incontrano secondo linee di maggiore pendenza che ridisegnano i versanti.

Allora i corsi d’acqua non esistono più.
E’ la colata che risagoma i pendii.
La colata travolge così ogni ostacolo, devia, si gonfia, si accumula ed esplode. Sommergendo tutto.
Alla fine di tutto c’è il silenzio.
Troppo si è fatto prima: incendi, costruzioni, parole, opere omissioni.

Dopo la pioggia che genera il fango non resta che la pioggia per ridare luce al mondo con un arcobaleno di speranza.


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Leobrogno

 

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