"Ormai in quel lido, non altra opera umana si compie che l’ultima; il
seppellimento. Non si aggirano tra le rovine se non fossori. E i fossori
sono militi, come dopo una battaglia.
E fu invero una battaglia quale mai
non si raccontò nella storia degli uomini.
Una immensa torma di cavalli […]
sembrò passare al galoppo, sottoterra, nella fragorosa carica di un minuto.
Una bocca di fuoco sparò […] col rombo di cento cannoni in uno, nel cupo
silenzio della notte.
E il mare si alzò di cinquanta metri, e la terra si
abbassò e poi balzò su. E un soffio vastissimo di luce rossa, come
un’improvvisa aurora boreale, alitò dal lido opposto; e un astro o più astri
si sgretolarono in cielo.
Fu una battaglia davvero, ma di Titani, ridesti
dal loro sonno millenario in fondo agli abissi, e ritrovatisi in cuore la
terribile loro collera primordiale. Ora in quel campo di battaglia,
battaglia durata un attimo, dopo quindici giorni si procede all’opera ultima
e postuma."
"I due panorami di Messina sono lì, incorniciati, in una parte al mio fianco;
le atroci fotografie del disastro sono poco sotto, e ogni tanto ci vado a
pascere la mia tristezza"