Colapisci
L'uomo che diventa pesce per scelta o per necessità Il tuffatore dello Stretto |
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Negli ultimi anni stiamo assistendo a una serie di strani eventi in Mediterraneo. Non tutti siamo però spettatori diretti di quanto sta accedendo. I subacquei, specie i più accaniti e appassionati, sono tra i pochi privilegiati e possono, con un po’ di fortuna, assistere ad eventi straordinari, oserei dire storici per quel che riguarda il cambiamento di un mare, il Mediterraneo, sempre più sorprendente.
Da quando mi
immergo alla scoperta del magico mondo sommerso dello Stretto di
Messina ho avuto il piacere di segnalare più di una specie nuova,
su varie riviste di settore, forse grazie alla frequenza delle mie
immersioni e al tipo di approccio verso la vita nel mare; tra queste
voglio ricordare ai lettori soltanto il rarissimo monacantide
Stephanolepsis diaspros, un pesce tipico del Mar Rosso e raro
anche lì, e il mollusco Melibe fimbriata, anch’esso
tropicale, due specie riprese per la prima volta dal sottoscritto
nelle acque dello stretto, dove ho la fortuna di immergermi
abitualmente, luogo sicuramente insolito e unico grazie a un
particolare gioco di correnti.
Cerco allora di fotografare il pesciolino. Ma non avendo più neanche
uno scatto (sono a fine immersione), cerco in tutti i modi di
prelevare l’esemplare avvistato, per osservarlo meglio nel mio
piccolo acquario, usato solo per motivi di studio e dove i pesci
transitano soffermandosi solo per pochi giorni.
Ma vediamo quali sono le caratteristiche di questo nuovo immigrato,
sicuramente già noto a coloro che si sono immersi ai tropici, ma che
nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere da queste parti. Abbiamo
già detto il suo nome scientifico, che lo classifica nella famiglia
dei Fistularidi e all’ordine dei Singnatiformi, pesci
con corpo allungato e stretto, compresso dorso ventralmente.
Possono raggiungere la lunghezza di oltre 150 cm, anche se a
causa del corpo sottile non superano i tre - quattro chili di peso.
Le principali caratteristiche di questi pesci sono il lungo
filamento che si diparte dal centro della pinna caudale e il muso
cubiforme, che funziona come una pipetta ad alta efficienza; esso
infatti, dilatandosi e contraendosi a fasi alterne, permette ai
pesci di risucchiare rapidamente la preda che si trovi nelle
vicinanze. Di colore grigio argenteo, presenta striature giallo
tenue lungo la bocca, comunque poco visibili. Nuota tranquillo e non
fugge alla vista del sub, anche se è capace di spostamenti repentini
che compie con veri e propri colpi di coda.
Anche se da subacqueo, devo dire non ho notato grandi differenze nella temperatura dell’acqua nelle diverse stagioni, mentre ho notato una rarefazione della biodiversità legata ai sistemi di pesca e alle varie forme di inquinamento e impatto antropico lungo i litorali. E per i pesci immigrati, può darsi che siano loro ad adattarsi nel tempo alle temperature più basse, chi lo sa! |
Francesco Turano
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