Colapisci
L'uomo che diventa pesce per scelta  o  per  necessità
Il tuffatore dello Stretto
 

Francesco Turano ci narra le meraviglie dello stretto


Nudibranchi, lumache del mare

Polycera aurantiomarginata

Hypselodoris tricolorNon sono riuscito a resistere al fascino di quelle piccole creature del mare che vanno sotto il nome di nudibranchi.
No, non ci sono riuscito.
Quando frequentavo il mare in apnea non mi ero quasi accorto della loro presenza, ma poi, respirando nell’elemento liquido e soffermandomi molto di più nell’osservazione dei dettagli, non mi sono certo sfuggite quelle coloratissime lumachine senza conchiglia dai mille colori e dalle forme tutte diverse.
Da buon fotografo subacqueo, da sempre attratto dalla vita nel mare, sono rimasto immediatamente affascinato da questa incredibile fusione armonica tra forma e colore che caratterizza questi piccolissimi molluschi.
Le loro livree sgargianti hanno reso questi animali molto popolari nel mondo della fotografia subacquea, tanto non temere il confronto con squali e altri soggetti.  Ciò nonostante, ancora oggi, questi molluschi sono poco studiati e molti aspetti del loro comportamento rimangono un bel mistero.
Sono stati pubblicati alcuni libri, utili per l’identificazione delle diverse specie, ma l’elevata biodiversità di questa famiglia consente ancora l’individuazione di nuove specie e, tra coloro in grado di censirne di nuovi, ci sono in prima linea i subacquei, in molti casi abili osservatori e in qualche altro caso anche fotografi.

Limacia clavigera

Hypselodoris picta pictaSe provassimo ad entrare nel mondo di queste tanto piccole quanto straordinarie forme viventi non resteremmo certamente indifferenti al loro fascino e saremmo spinti dalla curiosità a cercare di saperne di più su questi “esserini” che, se va bene, riusciremmo appena a classificare con l’ausilio di un buon libro.
Ma come si fa ad “entrare” nel piccolo mondo dei nudibranchi?
La prima cosa, fondamentale, è immergersi, essere cioè dei subacquei; poi è necessario essere osservatori scrupolosi, saper individuare le piccole forme viventi che, nonostante i colori accesi, sono tuttavia ben mimetizzate.
Ma la cosa più importante per l’accesso al microcosmo di un nudibranco è la capacità di isolarsi dal resto che ti circonda.
Mi spiego meglio.
Quando sott’acqua individui un piccolo mollusco di questo tipo, per osservarlo e conoscerlo veramente, devi dimenticare tutto ciò che ti sta intorno, cancellare persino l’acqua che ti avvolge, se necessario, è tuffarti in quel microcosmo con tutto te stesso, immaginando di diventare per qualche istante piccolo piccolo; solo così ti è permesso di guardare un nudibranco negli occhi, cogliere il suo lato migliore, attendere che la sua posa diventi plastica per scattare una foto valida non solo biologicamente, scrutare e carpire i segreti di un mondo diverso, dove ogni movimento ha un significato, dove ogni cosa apparentemente banale è invece profondamente giustificata dall’impeccabilità della natura.

Chromodoris britoi

Spurilla neapolitanaQuando osserviamo i nudibranchi, non limitiamoci all’identificazione della specie, alla ripresa fotografica poi trasformata in “raccolta di figurine” sempre nuove per completare l’album (senza nulla togliere all’importanza della catalogazione, purché non esasperata e fine a se stessa), ma cerchiamo, nei limiti del possibile, di scovare quel qualcosa in più che solo il subacqueo attento potrà percepire dal vivo, entrando in quel mondo invisibile e così piccolo qual è quello dei molluschi nudibranchi.
Ma chi sono realmente questi affascinanti animali che tanto ci intrigano?
I nudibranchi sono molluschi gasteropodi e sono strettamente imparentati con i prosobranchi, cioè i comuni gasteropodi con conchiglia; fanno parte degli opistobranchi, un gruppo di animali caratterizzati dall’avere le branchie nella parte posteriore del corpo ed una conchiglia molto ridotta o addirittura  assente. 
All’interno della sottoclasse degli opistobranchi, i nudibranchi in realtà sono solo uno dei sei ordini. A sua volta l’ordine dei nudibranchi comprende poi quattro subordini:
Doridina, Dendronotina, Arminina ed Aeolidina.

Facelina bostoniensis

Dondice banyulensisI nudibranchi sono provvisti di occhi primitivi, in grado di distinguere solamente i mutamenti di luminosità.
I recettori olfattivi sono ospitati nei rinofori, le corna dei nudibranchi.  Questi si sono evoluti in una tale varietà di forme che le differenze morfologiche ci aiutano oggi nella classificazione e identificazione delle diverse specie.
I rinofori ospitano anche particolari ciglia, utili a percepire vibrazioni e cambiamenti di pressione dell’acqua. Tutti i nudibranchi sono inoltre dotati di tentacoli sul capo o sulla bocca, che si ritiene servano a percepire l’ambiente che li circonda.
Ma la caratteristica che ha dato il nome a questo gruppo di particolari molluschi sono le branchie: ben esposte (nude) e situate sul dorso, rappresentano il biglietto da visita delle lumache del mare.
Alcune specie non hanno branchie distinte ed hanno sviluppato i cosiddetti cerata, tipiche appendici allungate che ricoprono il dorso e che servono ad aumentare la superficie del tessuto deputata ad assorbire l’ossigeno dall’acqua.
Branchie e cerata rendono i nudibranchi molto graziosi: arlecchini del mare o farfalle del mare, come qualcuno ama definirli, sono tra i soggetti prediletti dei fotosub appassionati di macrofotografia.

Cratena peregrina  

Cratena peregrina Riguardo i movimenti e la locomozione, è noto che questi piccoli molluschi sono dotati di alcuni muscoli preposti, che gli consentono di procedere strisciando un po’ come fanno le comuni lumache, aiutandosi con la secrezione di muchi particolarmente adesivi.
In alcuni casi si assiste a movimenti fluttuanti, utilizzati da specie pelagiche o che comunque si staccano dal fondo per brevi periodi.
In pratica però, il comportamento di questi animali è ancora largamente da comprendere, e come al solito le osservazioni dei subacquei possono servire a far luce su di un mondo microscopico celato sott’acqua.

I nudibranchi possono essere vegetariani o carnivori
(in alcuni casi anche cannibali!).
Generalmente si nutrono di tessuti animali di poriferi, idroidi, briozoi, tunicati, coralli, gorgonie, meduse, pennatule, anemoni e cerianti.
Sui fondali dello stretto vivono spugne densamente popolate da nudibranchi piccoli e colorati che “pascolano” continuamente sulla superficie dei poriferi, come anche fondali di varia natura dove la presenza di idroidi consente la vita a intere famiglie di diverse specie, che sugli idroidi vivono per nutrirsene e per deporre le loro uova.

Tutti i nudibranchi sono ermafroditi
, possiedono cioè contemporaneamente organi riproduttivi maschili e femminili. Tuttavia non possono auto fecondarsi e per potersi riprodurre devono obbligatoriamente, nel corso della loro breve vita, trovare un partner. Solo poche specie si corteggiano prima di accoppiarsi: la maggior parte si limita infatti a porsi in posizione adeguata affinché l’atto sessuale, di durata variabile, vada a buon fine.
Molto belle sono le caratteristiche ovodeposizioni dei nudibranchi, i cui embrioni (molti milioni) sono contenuti in strutture nastriformi che, assicurate a vari tipi di substrati, danno vita a “trine e merletti” che molti subacquei ben conoscono.

Flabellina affinis

Flabellina affinisCaratteristica comune a moltissime specie è la capacità di immagazzinare e secernere acidi od altre sostanze chimiche sgradevoli.
La vacchetta di mare per esempio, che rappresenta uno dei nudibranchi forse più noti ed è cos’ detta per le macchie marroni su fondo bianco che ricordano la livrea di una vacca, è dotata sul dorso di caratteristici tubercoli spinosi che la rendono inappetibile a eventuali predatori.
Notoriamente le specie tossiche mettono in mostra colorazioni sgargianti, che vanno ad avvertire i probabili predatori della presenza di ittiotossine,
sostanze che possono produrre danni non indifferenti all’ incauto predatore.
La flabellina, altra specie nota e comune, si nutre di organismi (per esempio idroidi) contenenti nematocisti (cellule urticanti): i nudibranchi sono infatti immuni al veleno delle nematocisti e la flabellina riesce ad accumulare nei propri tessuti quelle non ancora sviluppatesi, che saranno nuovamente attive solo una volta trasferite nei cnidosacchi posti all’estremità dei cerata.

Dendrodoris limbata

Dendrodoris limbata Sovente mi è capitato di osservare alcune flabelline che, a scopo difensivo, tendevano i loro cerata o addirittura si automutilavano alcune di queste appendici.
Per la difesa
, quindi, i nudi branchi sono ben organizzati e usano diverse strategie. Anche se, in poche parole, colore e veleno rimangono le più efficaci.
Contro gli ostinati fotografi subacquei i nudibranchi purtroppo non possono però far nulla e devono solo sperare di passare inosservati.
Una volta avvistato, il nudibranco sarà infatti vittima di numerosi lampi (quelli del flash) e dovrà, volente o nolente, sottoporsi a una serie di scatti (quelli della fotocamera) che congeleranno per sempre le sue pose armoniose e il suo fascino elegante e inimitabile.

I nudibranchi nello Stretto di Messina

Discodoris atromaculata

Flabellina con ovature

Hypselodoris  villafranca

Hypselodoris fontandraui

Hypselodoris orsinii
 

Hypselodoris tricolor
 

Janolus cristatus

Archidoris pseudoargus

Platydoris argo
 

Trapania lineata

 

Francesco Turano

 

 

 

 

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