Nudibranchi,
lumache del mare
Non
sono riuscito a resistere al fascino di quelle piccole creature del mare che
vanno sotto il nome di nudibranchi.
No, non ci sono riuscito.
Quando frequentavo il mare in apnea non mi ero quasi accorto della loro
presenza, ma poi, respirando nell’elemento liquido e soffermandomi molto di più
nell’osservazione dei dettagli, non mi sono certo sfuggite quelle coloratissime
lumachine senza conchiglia dai mille colori e dalle forme tutte diverse.
Da buon fotografo subacqueo, da sempre attratto dalla vita nel mare, sono
rimasto immediatamente affascinato da questa incredibile fusione armonica tra
forma e colore che caratterizza questi piccolissimi molluschi.
Le loro livree sgargianti hanno reso questi animali molto popolari nel mondo
della fotografia subacquea, tanto non temere il confronto con squali e altri
soggetti. Ciò nonostante, ancora oggi, questi molluschi sono poco studiati e molti aspetti
del loro comportamento rimangono un bel mistero.
Sono stati pubblicati alcuni libri, utili per
l’identificazione delle diverse specie, ma l’elevata biodiversità di questa
famiglia consente ancora l’individuazione di nuove specie e, tra coloro in grado
di censirne di nuovi, ci sono in prima linea i subacquei, in molti casi abili
osservatori e in qualche altro caso anche fotografi.
Se
provassimo ad entrare nel mondo di queste tanto piccole quanto straordinarie
forme viventi non resteremmo certamente indifferenti al loro fascino e saremmo
spinti dalla curiosità a cercare di saperne di più su questi “esserini” che, se
va bene, riusciremmo appena a classificare con l’ausilio di un buon libro.
Ma come si fa ad “entrare” nel piccolo mondo dei nudibranchi?
La prima cosa, fondamentale, è immergersi, essere cioè dei subacquei; poi è
necessario essere osservatori scrupolosi, saper individuare le piccole forme
viventi che, nonostante i colori accesi, sono tuttavia ben mimetizzate.
Ma la cosa più importante per l’accesso al microcosmo di un nudibranco è la
capacità di isolarsi dal resto che ti circonda.
Mi spiego meglio.
Quando sott’acqua individui un piccolo mollusco di questo tipo, per osservarlo e
conoscerlo veramente, devi dimenticare tutto ciò che ti sta intorno,
cancellare persino l’acqua che ti avvolge, se necessario, è tuffarti in
quel microcosmo con tutto te stesso, immaginando di diventare per qualche
istante piccolo piccolo; solo così ti è permesso di guardare un
nudibranco negli occhi, cogliere il suo lato migliore, attendere che la sua
posa diventi plastica per scattare una foto valida non solo biologicamente,
scrutare e carpire i segreti di un mondo diverso, dove ogni movimento ha un
significato, dove ogni cosa apparentemente banale è invece profondamente
giustificata dall’impeccabilità della natura.
Quando
osserviamo i nudibranchi, non limitiamoci all’identificazione della specie,
alla ripresa fotografica poi trasformata in “raccolta di figurine” sempre nuove
per completare l’album (senza nulla togliere all’importanza della catalogazione,
purché non esasperata e fine a se stessa), ma cerchiamo, nei limiti del
possibile, di scovare quel qualcosa in più che solo il subacqueo attento potrà
percepire dal vivo, entrando in quel mondo invisibile e così piccolo qual è
quello dei molluschi nudibranchi.
Ma chi sono realmente questi
affascinanti animali che tanto ci intrigano?
I nudibranchi sono molluschi gasteropodi e
sono strettamente imparentati con i prosobranchi, cioè i comuni gasteropodi con
conchiglia; fanno parte degli opistobranchi,
un gruppo di animali caratterizzati dall’avere le branchie nella parte
posteriore del corpo ed una conchiglia molto ridotta o addirittura assente.
All’interno della sottoclasse degli opistobranchi,
i nudibranchi in realtà sono solo uno dei sei ordini. A sua volta l’ordine dei nudibranchi comprende poi quattro subordini:
Doridina,
Dendronotina,
Arminina
ed
Aeolidina.
I
nudibranchi sono provvisti di occhi primitivi, in grado di distinguere
solamente i mutamenti di luminosità.
I recettori olfattivi sono ospitati nei rinofori,
le corna dei nudibranchi. Questi si sono evoluti in una tale varietà di forme che le differenze
morfologiche ci aiutano oggi nella classificazione e identificazione delle
diverse specie.
I rinofori ospitano anche particolari ciglia, utili
a percepire vibrazioni e cambiamenti di pressione dell’acqua. Tutti i nudibranchi sono
inoltre dotati di tentacoli sul capo o sulla bocca, che si ritiene servano a
percepire l’ambiente che li circonda.
Ma la caratteristica che ha dato il nome a questo gruppo di particolari
molluschi sono le branchie: ben esposte
(nude) e situate sul dorso, rappresentano il biglietto da visita delle lumache
del mare.
Alcune specie non hanno branchie distinte ed hanno sviluppato i cosiddetti
cerata, tipiche appendici allungate che
ricoprono il dorso e che servono ad aumentare la superficie del tessuto deputata
ad assorbire l’ossigeno dall’acqua.
Branchie e cerata rendono i nudibranchi molto graziosi: arlecchini del mare o
farfalle del mare, come qualcuno ama definirli, sono tra i soggetti prediletti
dei fotosub appassionati di macrofotografia.
Riguardo
i movimenti e la locomozione, è noto che questi piccoli molluschi sono dotati di
alcuni muscoli preposti, che gli consentono di procedere strisciando un po’ come
fanno le comuni lumache, aiutandosi con la secrezione di muchi particolarmente
adesivi.
In alcuni casi si assiste a movimenti fluttuanti, utilizzati da specie pelagiche
o che comunque si staccano dal fondo per brevi periodi.
In pratica però, il comportamento di questi animali è ancora largamente da
comprendere, e come al solito le osservazioni dei subacquei possono servire a
far luce su di un mondo microscopico celato sott’acqua.
I nudibranchi possono
essere vegetariani o
carnivori (in alcuni casi anche cannibali!).
Generalmente si nutrono di tessuti animali di poriferi,
idroidi, briozoi,
tunicati, coralli, gorgonie,
meduse, pennatule,
anemoni e cerianti.
Sui fondali dello stretto vivono spugne densamente popolate da nudibranchi
piccoli e colorati che “pascolano” continuamente sulla superficie dei poriferi,
come anche fondali di varia natura dove la presenza di idroidi consente la vita
a intere famiglie di diverse specie, che sugli idroidi vivono per nutrirsene e
per deporre le loro uova.
Tutti i nudibranchi sono ermafroditi,
possiedono cioè contemporaneamente organi riproduttivi maschili e femminili.
Tuttavia non possono auto fecondarsi e per potersi riprodurre devono
obbligatoriamente, nel corso della loro breve vita, trovare un partner. Solo
poche specie si corteggiano prima di accoppiarsi: la maggior parte si limita
infatti a porsi in posizione adeguata affinché l’atto sessuale, di durata
variabile, vada a buon fine.
Molto belle sono le caratteristiche ovodeposizioni
dei nudibranchi, i cui embrioni (molti milioni) sono contenuti in
strutture nastriformi che, assicurate a vari tipi
di substrati, danno vita a “trine e merletti” che molti subacquei ben conoscono.
Caratteristica
comune a moltissime specie è la capacità di immagazzinare e secernere acidi od
altre sostanze chimiche sgradevoli.
La vacchetta di mare per esempio, che rappresenta uno dei nudibranchi
forse più noti ed è cos’ detta per le macchie marroni su fondo bianco che
ricordano la livrea di una vacca, è dotata sul dorso di caratteristici tubercoli
spinosi che la rendono inappetibile a eventuali predatori.
Notoriamente le specie tossiche mettono in mostra colorazioni sgargianti, che
vanno ad avvertire i probabili predatori della presenza di
ittiotossine, sostanze che possono produrre danni non indifferenti
all’ incauto predatore.
La flabellina, altra specie nota e comune, si nutre di organismi (per esempio
idroidi) contenenti
nematocisti (cellule urticanti): i nudibranchi sono infatti immuni al
veleno delle nematocisti e la flabellina riesce ad accumulare nei propri tessuti
quelle non ancora sviluppatesi, che saranno nuovamente attive solo una volta
trasferite nei cnidosacchi posti all’estremità dei
cerata. |